Montà d'Alba, Piemonte - Leggo la notizia mentre sono a tavola, all'ultimo piatto di un impegnativo menu degustazione di sei portate molto poco mignon e altrettanti vini abbinati. Leggo su twitter che la signora Rita Levi Montalcini è morta. Alzo gli occhi dal twitt e arriva il sommelier a versare lo spumante da abbinare al tortino di cioccolato e arancia candita. Forse anche per effetto delle tante mescite che hanno preceduto questa, gli dico che quel bicchiere lo dedico a una grande donna che si è spenta. Come un faro.
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
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domenica 30 dicembre 2012
Si è spenta, come un faro
"La morte è l'interruzione assoluta delle relazioni di senso e l'annientamento assoluto delle forze vitali..." Brillat-Savarin
sabato 22 dicembre 2012
Corpo saporoso
Pandoro "Nuvola" di Ghigo, Torino © Brillante-Severina |
Brillat-Savarin
Torino, Piemonte - So che suona strano, ma stare in coda mi piace, in macchina permette di osservare il paesaggio (e la fauna umana) circostante, nei negozi di alimentari dà il tempo di scegliere con calma. Sono appunto in paziente attesa che arrivi il mio turno per aggiudicarmi una "Nuvola" di Ghigo (un burroso pandoro ricoperto da un generoso strato di zucchero a velo che, complice la forma non perfettamente simmetrica, lo fa sembrare una nuvola) quando una signora arrivata dopo di me si accaparra la commessa libera per ordinare un dolce. Ora, va bene che mi piace stare in coda, però farmi sorpassare con astuzia è altro discorso. Penso a questo e lo sguardo che poso sulla signora non deve essere dei più amichevoli. Infatti mi chiede se per caso mi è passata avanti. "Visto che deve solo prenotare un panettone mentre io lo devo acquistare, faccia pure" rispondo magnanima, ma lei si offende perché no, e poi no, passare davanti agli altri non è nel suo stile (strano, l'ha appena fatto e con allenata disinvoltura). La commessa retrocede dalla sua prenotazione al mio acquisto ma ho l'impressione che lo faccia con sufficienza, come se io fossi una seccatura della quale liberarsi (più probabilmente non ne può più di incartare, infiocchettare e imbustare Nuvole). La ciliegina è il proprietario della pasticceria, che accoglie alla cassa vestito alla Montezemolo ma che se gli chiedi la fattura per la Nuvola (poco etereamente venduta a 30 euro al kg) perde ogni eleganza e ti guarda come una mentecatta. Per il secondo anno ho acquistato la Nuvola, nonostante il contorno di tuoni e fulmini.
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lunedì 10 dicembre 2012
Giurin giurato
"...la simpatia... sentimento di preferenza che trascina due oggetti l'uno verso l'altro."
Brillat-Savarin
Brillat-Savarin
Oltrepo pavese, Lombardia - Accetto di partecipare a una giuria enogastronomica credendo di raccogliere nei tre giorni di "lavori" chissà quali aneddoti. A casa porto soprattutto un mazzo di biglietti da visita degli altri giurati (per lo più food blogger affamati di collaborazioni, pochi autorevoli autori di altre enogastroguide e un solo altro autore della Guida) che per tutto il tempo mi hanno quasi ignorata e l'ultimo giorno, prima di andarsene, mi hanno ammollato il loro bigliettino pensando forse che in questo consistano le PR. Ricambio il meno possibile e archivio tutto scrupolosamente... nel cestino della carta.
mercoledì 5 dicembre 2012
Patella (anti)aderente
Brillat-Savarin
Il nuovo autore è un simpaticone. Alla riunione annuale della Guida, rito per me sacro, non contento di sgomitare, di attaccarsi al capo regione come una patella allo scoglio, di nominare continuamente l'ex direttore della Guida (notoriamente inviso all'attuale Direttore), di non trovare una parola di elogio alla richiesta di parere sull'attuale veste grafica, di ignorare i ristoranti fuori della sua provincia ecc., quando alla fine dei lavori gli si propone di unirsi al gruppo per un veloce e frugale pranzo (momento molto simpatico al quale, va detto, anche alcuni autori di lungo corso non partecipano mai), accetta affermando: "tanto il treno che parte fra dieci minuti l'ho perso". Magari parte in ritardo, fai una corsa per provare a prenderlo, dai...
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martedì 4 dicembre 2012
Insonnia gourmet
"...il sonno è quello stato di ottusità in cui..."
Brillat-Savarin
Mi giro e mi volto nel letto senza riuscire ad addormentarmi. La mattina si è svolta la riunione annuale della Guida 2014 e ho già una piccola anteprima di ristoranti da visitare e recensire. Non vedo l'ora e faccio le pre-degustazioni mentali. Uno è il non plus ultra dello chic, ispirato allo stile chalet ottocentesco del regno dei Savoia, però svetta sui monti e devo aspettare il disgelo; l'altro fa gli agnolotti a "culo nudo" ma è imbriccato pure lui e quindi per ora niente; in questo potrei già andare la prossima settimana se non fosse per la scritta sulla home page del sito "Il ristorante è temporaneamente chiuso per problemi di salute riguardanti alcuni membri dello staff" che suona un po' come "Ci siamo auto intossicati, non venite"; di quell'altro ho saputo che... zzzzzzzzzzz
lunedì 3 dicembre 2012
Splendori e miserie di Platti
Platti - Torino © Brillante-Severina |
Torino, Piemonte - Platti è un luogo che la prima volta ti meraviglia (e anche la seconda, la terza...); è una pasticceria color meringa e oro, divanetti in velluto rosso e tavolini in marmo; è un posto molto torinese; è un locale storico che ho scoperto due tre anni fa; è la pasticceria dove, da allora, quando sono a Torino vado sempre a fare colazione seduta a un divanetto ma non sempre lo stesso; è un posto dove i quotidiani La stampa e Repubblica sono infilati nei bastoni di legno e appesi a gancetti per la libera lettura; è un posto dove dopo un mese che lo frequentavo la cameriera una mattina si è presentata col vassoio e ha deposto sul tavolo quello che avrei ordinato prima di ordinarlo; è un posto dove all'improvviso la cameriera brava e sveglia è sparita a favore di giovani (stagisti?) timidi e camerieri di mezza età talvolta scorbutici; è un posto dove un sabato mattina un uomo nervoso si è lamentato ad alta voce per il freddo della sala con l'incolpevole e costernato giovane cameriere; è una pasticceria dove la brioche vuota è molto buona e quella con la marmellata meno; è un posto dove gli uomini sono eleganti anche se talvolta il parrucchino è troppo corto e le signore non più giovani hanno lo stesso parrucchiere di Maria Antonietta; è un posto davanti alle cui vetrine stracolme di colorati dolci mignon e bottiglie di champagne staziona sempre un uomo con indosso un grande cartello che spiega perché chiede aiuto; è il posto dove una domenica mattina del 2011 una cliente abituale è andata in bagno e si è sparata in testa con una Smith&Wesson 38 special; è un posto aperto tutti i giorni e che un suicidio non basta a far chiudere neanche per un giorno; è il posto dove ogni tanto una vecchina ordina un caffè al tavolo e ci inzuppa furtivamente i biscotti portati da casa; è il posto dove la stessa vecchina, se stai leggendo il suo quotidiano preferito, ti punta finché non lo cedi; è il posto dove ho invitato genitori e amici e del quale ho parlato bene a tutti quelli che non ci ho ancora portato; è il posto dove un sabato di dicembre la cassiera (e proprietaria?) mi ha risposto male (se sulla carta è scritto che l'aperitivo analcolico costa 7,50 euro e alla cassa devo invece pagarne 9 perché mi è stato servito un neanche eccezionale analcolico "Platti verde", faccio notare che qualcosa nella comunicazione non ha funzionato); è un posto dove per un po' non sono tornata; è un posto dove dopo due mesi di astinenza sono tornata, con un po' di disincanto.
domenica 2 dicembre 2012
Meglio un coniglio oggi che...
"...il malcontento fu generale e tutti si lamentarono."
Brillat-Savarin
L'infermiera addetta al prelievo del sangue mi chiede di togliere la mantella con il collo di pelo (di coniglio), perché è vegana e contraria alla vivisezione. Lei può mangiare cactus in fiore e liane rampicanti pelose, non mi dà fastidio, però mi piacerebbe che facesse la stessa richiesta a chi entra in ambulatorio con una borsa griffata penzolante dal braccio piegato a uncino, perché ama gli esseri umani ed è contraria all'idea che lavorino senza diritti.
sabato 1 dicembre 2012
Faraone, ma non nell'aia
Statua di Ramesse II* in via Lagrange, Torino © Brillante-Severina |
- Firenze, Toscana – Chi ti incontro sabato sotto la pioggia in via Lagrange mentre vado alla riunione annuale della Guida? Il faraone Ramesse!
* (La statua originale si ammira al Museo Egizio di Torino, con la scenografia del premio Oscar Dante Ferretti)
* (La statua originale si ammira al Museo Egizio di Torino, con la scenografia del premio Oscar Dante Ferretti)
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giovedì 29 novembre 2012
Le tracce del nostro passaggio
Firenze, Piazza Ognissanti © Brillante-Severina |
Firenze, Toscana - Esco dall'hotel cinque stelle nel cui bar ho appena fatto la figura di quella che non aveva i soldi per pagare l'aperitivo e mi precipito nel mio hotel a recuperare il portafogli dimenticato nell'altra borsa (sui tacchi e dopo un gin martini cocktail che avrebbe steso anche James Bond). Nonostante l'imbarazzo per quanto è appena successo, il primo pensiero è per il ristorante dove ho prenotato per cena, devo avvisare che sarò in ritardo di 10-15 minuti. Il ristorante è nello stesso hotel dal quale sono appena uscita e dopo qualche squillo risponde la receptionist. Non riesce a passarmi l'interno del ristorante, occupato, e mi dice di richiamare dopo dieci minuti. Le chiedo se può riferire lei un messaggio davvero breve e mi sento rispondere: "Veloce però..." Lì per lì, complice l'alcol e Freud, collego la risposta sgarbata a quanto è successo al bar e penso "Ma come, sono appena uscita e si è già sparsa la notizia?". Poi mi riprendo (alla receptionist non ho nemmeno ancora detto il mio nome, come potrebbe sapere chi sono?) e faccio notare che la risposta non è gentile, tanto più che telefono per fare una cortesia avvisando che sarò leggermente in ritardo. La ragazza si scusa (e ci mancherebbe). A fine cena sul conto trovo i 12 euro dell'aperitivo più 6 euro per un caffè mai consumato... e senza scuse.
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sabato 24 novembre 2012
Il barista e il gentiluomo
"E la serata s'inabisserà, come le altre, nelle ombre del passato..." Brillat-Savarin
Firenze, Toscana - Una persona poco avara... di critiche, mi fa notare che codeste mie memorie in fondo non sono tanto tragiche. Certo Euripide non ha mai scritto di una single che si veste elegante per provare il bar di un hotel cinque stelle (nel cui ristorante ha anche prenotato per cena) e che quando va a pagare scopre di aver dimenticato il portafogli nell'altra borsa. L'espressione del barista in papillon e gilet fino a quel momento tanto gentile all'annuncio "Sono molto imbarazzata ma..." è di quelle che ci vorrà un po' perché si inabissi nelle ombre del passato. (come è andata a finire? leggi >>)
giovedì 22 novembre 2012
Guardaroba con sentinella
Firenze, Palazzo di Giustizia, part. © Brillante-Severina |
Firenze, Toscana - Lascio al guardaroba la giacca comprata da poco color verde smeraldo con collo di mohair (trattasi non di pelliccia, ma di fibra lanosa, ricavata dalla tosatura del riccioluto pelo della capra d'Angora, dall'Arabo mukhayyar, che significa scelta) e in cambio mi consegnano un bigliettino numerato sul quale c'è scritto che il ristorante non risponde di eventuali furti o smarrimenti. Ehm... forse dovrei scegliere di portare la giacca con me al tavolo?
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mercoledì 21 novembre 2012
Egoismo gourmet
"...la simpatia... sentimento di preferenza che trascina due oggetti l'uno verso l'altro."
Brillat-Savarin
Brillat-Savarin
Firenze, Toscana - Ho perso il conto di quelli che mi dicono che loro non potrebbero mai mangiare da soli al ristorante. A me invece piace, tanto più davanti al budino di pappa al pomodoro che agli altri tavoli vedo servire con due cucchiaini affinché i commensali possano dividerselo e che al mio tavolo è tutta mio, mio, mio (fonte: Alla ricerca di Nemo).
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martedì 20 novembre 2012
Fuori orario gourmet con Ozpetek
"Quest'apparizione produsse nella compagnia un effetto forte..." Brillat-Savarin
- Roma – Ferzan Ozpetek svela come è nata l'idea del film Le fate ignoranti: "Un nostro amico frequentava un uomo molto bello e misterioso. Ce ne parlava continuamente e arrivò a presentarcelo: era molto sfuggente, e questo ne aumentava il fascino. Una sera, col mio amico, tirammo tardi in un ristorante a chiacchierare con la padrona oltre l'orario di chiusura. A un certo punto va a chiamare il marito in cucina per farcelo conoscere: era il bellissimo amante del mio amico." Fuori orario.
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domenica 18 novembre 2012
Nick Hornby dalla mia parte
"...si erano messe in ghingheri..." Brillat-Savarin
"Davvero siete tipi così impassibili da non scomodarvi neanche per scambiare due parole con Dickens?" Nick Hornby
"Davvero siete tipi così impassibili da non scomodarvi neanche per scambiare due parole con Dickens?" Nick Hornby
Oltrepo, Lombardia - Meno male che Nick Hornby è dalla mia parte. In un articolo si dice sempre pronto a farsi avanti quando nei paraggi c'è qualcuno che ammira e poco importa se ciò significa mettersi un casco che lo fa somigliare a un personaggio buffo dei cartoni animati e rendersi magari ridicolo. Durante una gara gastronomica nella quale sono giurata, il terzo giorno mi trovo come vicino "di banco" il direttore di una importante rivista di settore. Non dico che lui rappresenti per me l'equivalente di Borges, Gadda o Proust, anzi, però ritengo valga la pena conoscerne le opinioni. So che è romano anche se da qualche anno vive per lavoro a Torino (un po' il mio specchio) e così avvio una conversazione chiedendogli dei suoi posti preferiti nelle due città. A parte il fatto che gli squilla il cellulare ogni tre secondi e che sembra sull'orlo di una crisi di tristezza, le sue risposte gentili e pacate sono un tale mix di banalità (in fatto di suoi posti del cuore) e critica alla minuzia (nei confronti dei miei locali preferiti) da farmi dubitare che al ristorante ci vada per piacere. C'è anche la possibilità che lui mi giudichi noiosa, ma preferisco escluderlo e pensare che, semplicemente, non abbiamo niente in comune. Mi tolgo il casco alla Nick Hornby e lascio volentieri il direttore alle grinfie della giurata anoressica con scarpe volgari che scommetto non sarebbero piaciute a Gadda o Borges, e tanto meno a quel campione di eleganza e buongusto che era Proust.
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venerdì 16 novembre 2012
Il tavolo dei desideri
"...io sento... una doppia riconoscenza..." Brillat-Savarin
Firenze, Toscana - Dopo la prenotazione avevo cercato sul web immagini del ristorante e nel vedere questo scorcio della sala, con la poltrona in velluto rosso accostata al tavolino rotondo ben apparecchiato circondato da tavoli gemelli, avevo sperato di poter cenare seduta proprio lì. Non avevo fatto alcuna richiesta particolare, perché non avrei saputo come descrivere la posizione di quel tavolo, mi ero limitata a prenotare con una settimana di anticipo. Fatto sta che domenica sera, all'arrivo al ristorante, mi accompagnano proprio al mio tavolo dei desideri, con poltroncina rossa, bicchieri e tovaglia a tono, candelabro d'argento con tanto di fiammella accesa. Non a quello d'angolo e neanche nella sala piccola, no no, proprio nella sala principale e al bel tavolo centrale che avevo visto in fotografia. E ho anche la vista sulla cucina, e mangio pure bene, e i vicini di tavolo (quello d'angolo a sinistra) sono anche simpatici (mica come le due del tavolo di destra) e finita la cena ci fermiamo a parlare per due ore bevendo chi tisana chi amaro chi grappa. Il tavolo dei desideri.
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giovedì 15 novembre 2012
L'arte dell'accoglienza
Firenze, San Frediano © Brillante-Severina |
Firenze, Toscana - Dopo aver pianificato con anticipo e cura la serata al ristorante dell'albergo cinque stelle che mi ha ammaliata per il roof garden con vista a 360° su Firenze (prenotato con una settimana di anticipo, due sopralluoghi in piazza Ognissanti, menu ormai a memoria), un inconveniente capitato al bar chic dell'albergo (niente di imbarazzante, macché, ho solo dimenticato il portafogli nell'altra borsa...) scombina tutto. Salgo al ristorante dall'ascensore della hall col morale sotto i tacchi e arrivata all'ingresso dò il nome della prenotazione (perché non ho usato un nome falso?). Al telefono avevo chiesto e insistito per un tavolo vicino alla vetrata ma considerato che sono leggermente in ritardo (sono dovuta tornare al mio hotel a recuperare il portafogli) mi stupirei se mi avessero accontentata. Donna di poca fede. Il personale è di una gentilezza al limite dell'ossequio e si fa in quattro per accompagnarmi al tavolo, scostare la sedia, prendere la giacca e riporla in guardaroba, darmi il benvenuto, porgermi con garbo menu e lista dei vini. A parte il fatto che si sono garantiti una supermancia, potrebbero anche servirmi uno scarpone bollito perché il panorama sull'Arno che si apre di fronte al mio tavolo (vicino alla vetrata come avevo chiesto) è mozzafiato ...continua Per fortuna comunque niente scarpone, sfilano invece stuzzichino di polpo al vino rosso, etereo Passato di zucchine trombetta e
gamberi, Taglierini con funghi porcini e tartufo nero (goduriosi),
Maialino cotto nella birra (un piatto che non capisco, quindi giudizio sospeso) e un solo, indimenticabile,
bicchiere di Tignanello.
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martedì 13 novembre 2012
A un tiro di schioppettino
Firenze, Fregio su Palazzo di Giustizia © Brillante-Severina |
Firenze, Toscana - Le due signore del tavolo a fianco sono uno spasso (potrebbero essere due uomini e sarebbe lo stesso, non è il "genere" che conta). Ancor prima di conoscere il menu, recitato poi a voce, si arrovellano sulla scelta del vino con l'atteggiamento di chi non "non si lascerà fregare". L'ampiezza della carta è vista come un problema invece che come un'opportunità. Assaggiare un vino del luogo? Cogliere l'occasione di ampliare le proprie conoscenze enologiche? Ascoltare i suggerimenti della sommelier? Scegliere il vino in base ai sapori dei piatti? Giammai! Bisogna prendere il timone anche se non si da dove andare:
- "I vini sono troppi, tu ne conosci qualcuno?"
- "..."
- "Io conosco lo Schioppettino, prendiamo quello, così andiamo sul sicuro."
La sommelier si presenta con una bottiglia diversa, un bianco. Non è chiaro se sia un errore (l'unico che le vedo commettere in sala) o più probabilmente un velato suggerimento, visti i piatti di pesce scelti dalle signore, ma le due non demordono e in tono secco sentenziano: "Noi abbiamo ordinato lo Schioppettino, che è un vino rosso, quindi non può essere questo". Oh sommelier bischera...
- "I vini sono troppi, tu ne conosci qualcuno?"
- "..."
- "Io conosco lo Schioppettino, prendiamo quello, così andiamo sul sicuro."
La sommelier si presenta con una bottiglia diversa, un bianco. Non è chiaro se sia un errore (l'unico che le vedo commettere in sala) o più probabilmente un velato suggerimento, visti i piatti di pesce scelti dalle signore, ma le due non demordono e in tono secco sentenziano: "Noi abbiamo ordinato lo Schioppettino, che è un vino rosso, quindi non può essere questo". Oh sommelier bischera...
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lunedì 12 novembre 2012
Un altro ordine di cose
Firenze - Putti e fregi sul Palazzo di Giustizia © Brillante-Severina |
Firenze, Toscana - Se ti trovi fuori casa per lavoro, sei reduce da una domenica trascorsa si a Firenze ma a seguire un convegno e per giunta piove, la sera a cena l'ultima delle tue preoccupazioni è che i tavoli siano abbastanza distanti da garantire la riservatezza. Fa anzi piacere scambiare qualche parola con i vicini. Al tavolo alla mia destra siedono due signore toscane che parlano di difficili relazioni sentimentali, tanto per cambiare. Ogni volta che mi giro dalla loro parte per osservare quella porzione di sala, mi guardano storto e abbassano la voce come se temessero un'intrusione sinceramente improbabile (salvo poi spalancare padiglioni auricolari e bulbi oculari quando io ordino piatti, vino e grappa). Vorrei quasi invitarle a rilassarsi, perché i discorsi sugli uomini s...bip...i con i quali hanno relazioni all'insegna del vorrei-fidanzarmi-ma-è-lui-che-non-vuole al momento mi attirano quanto un'arrampicata sul Cervino. Molto più simpatco il tavolo di sinistra, occupato da una coppia milanese sui trent'anni concentrata su Firenze, sul cibo e sul locale, insomma sul momento che stanno vivendo. Durante la cena scambiamo solo qualche parola di cortesia, ma inghiottito l'ultimo boccone di piccione e di coniglio farcito con salsiccia iniziamo una fitta conversazione, armati di tisane finocchiose, amari monacali e grappe nordiche. Due ore dopo, siamo gli ultimi a lasciare il ristorante e a incamminarci a piedi verso i rispettivi alberghi, casualmente vicini.
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domenica 11 novembre 2012
La recita del menu
"...dava l'impressione di occuparsi dei suoi ospiti con una premura speciale." Brillat-Savarin
Firenze, Toscana - Quando la signora in tailleur pantalone nero siede al mio tavolo, mi chiede come sto e poi con ben dosata miscela di gentilezza e teutonica fermezza mi elenca i primi e i secondi piatti del menu, non rimango spiazzata, perché mi io ero informata sui "costumi locali" e aspettavo la scenetta. Né le chiedo come mai non mi illustri gli antipasti, che sono la mia portata preferita, non oso. Per fortuna quelli arrivano lo stesso, portati trionfalmente in vassoio da un cameriere e posati uno a uno sul mio tavolo dal figlio del cuoco che dopo una breve gag, "Lei capisce l'italiano?" - "Essendo piemontese, spero di si..." - "Comunque non parla toscano, potrebbero esserci difficoltà" - "Vedrà che ci capiremo...", illustra il prologo della cena, previsto e uguale per tutti i tavoli: budino di pomodoro (da mangiare per primo con l'apposito cucchiaino, e non me lo faccio ripetere due volte), micro crostino con vellutato paté di fegatini, quadretto di sformato di ricotta, insalatina di trippa e cipolle (favolosa), prosciutto crudo tagliato a mano, cilindro di salamino invecchiato in non so quale cantina, peperoni sott'olio (meno banali di quanto sembri, vista la dolcezza e la perfetta digeribilità anche per una come me che non li digerisce) e una mousse, specialità greca, a base di mandorle, olio (e zenzero?) da spalmare sul panino di patate. Dopo, e con studiata tempistica, arrivano i piatti che ho scelto: passata di pesce leggermente piccante servita nella zuppierina di ceramica bianca con piedistallo, poi succulento coniglio disossato e farcito con salsiccia accompagnato da carciofi. Alle signore di tutti i tavoli viene recapitato l'osso di Mammut, un filoncino di pane fragrante a forma di tibia. Buono e divertente (l'unica perplessità è la consegna "a mano"), ho già voglia di tornare.
sabato 10 novembre 2012
Tartufe
Firenze, Panini al tartufo © Brillante-Severina |
Firenze, Toscana - Sto finalmente addentando la mia per-tre-giorni-vanamente-desiderata dose di paninetti al tartufo, e al foie gras, e al burro e acciughe, e al salmone in via Tornabuoni, quando arrivano due signore, madre e figlia, e ordinano doppia porzione di galantina con la sicurezza dell'habitué. La scelta mi colpisce. Con tutte le cibarie golosissime esposte in vetrina perché ordinare pollo? Che sia una specialità della casa? Tento un approccio con le signore per saperne di più e magari ordinare la prelibatezza, ma mi accorgo subito che non "gli garba" l'intrusione e batto in ritirata. Dopo pochi minuti entra una giovane coppia armata di due cani con impeccabile pedigree e le due signore di cui sopra vanno subito in brodo di giuggiole. È tutto un uggiolare con i nuovi arrivati di pregi e difetti della razza in questione, malattie remautiche, allevatori affidabili, piazzamenti nelle gare di bellezza ecc. La coppia si scusa per l'eventuale disagio creato dai due quadrupedi, ma la signora che con me era stata calorosa quanto l'iceberg che affondò il Titanic, li tranquillizza: "Non ci danno alcun fastidio, sono altre le cose che ci danno fastidio..." Non è possibile che si riferisca a me (o si?), eppure devo ricordare la morale di questa storia: inutile tentare una conversazione con chi più conosce gli uomini e più preferisce gli animali.
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venerdì 9 novembre 2012
Il ventre dell'architetto
Nuovo Teatro dell'Opera del Maggio Musicale Fiorentino |
Firenze, Toscana - Sarà perché, nonostante sia domenica, mi sono alzata presto per seguire un convegno di cinque ore, sarà perché sono a Firenze ma piove, sarà perché uscita dal convegno sono andata in hotel a cambiarmi e non ho fatto in tempo a mangiare, si, sarà soprattutto il digiuno il motivo della mia tolleranza zero: da qualunque poltrona di qualunque fila della vasta Galleria del Nuovo Teatro dell'Opera del Maggio Fiorentino si vede solo la metà superiore del palco e solo restando diritti come fusi (meno male che assisto a un concerto, e se fosse stata un'opera?). Parafrasando il titolo di un bellissimo film di Peter Greenaway, se la mia giustificazione è il digiuno, quella dell'architetto che ha progettato un'intera sezione del teatro dalla quale si vede poco o niente di ciò che accade sul palco è l'aver mangiato troppo?
mercoledì 7 novembre 2012
La felicità è un attimo
Firenze, San Frediano © Brillante-Severina |
- Firenze, Toscana - Al telefono avevo chiesto un tavolo vicino alla vetrata, ma avevano risposto di non potermelo garantire, quindi non ci contavo. E invece, salita al roof garden al IV piano dell'hotel affacciato sull'Arno, in un attimo mi ritrovo seduta a un tavolo dal quale il panorama è il fiume che scorre veloce e soprattutto la chiesa di San Frediano, illuminata e tanto vicina da poterne distinguerne molti particolari. Il cielo che circonda la chiesa è nero e nuvoloso ma ci pensano i faretti sul soffitto del ristorante a creare un suggestivo effetto stellato, riflettendosi sulle vetrate e proiettandosi sul sipario della notte. Davvero la felicità è un attimo (Katherine Mansfield).
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venerdì 2 novembre 2012
Ce l'ho, manca
Firenze da Lungarno Acciaioli © Brillante-Severina |
- Firenze, Toscana – Di nuovo a Firenze, tre giorni, per seguire un convegno (e intanto che ci sono per visitare altri ristoranti... ce l'ho manca, adoro). Guardo un po' preoccupata il programmino che mi sono preparata. Sabato treno alle 5.30, cambio a Milano con un'ora di vuoto in mezzo (perfida trenitalia) e arrivo a Firenze alle 9.00. Tappa sul Lungarno Amerigo Vespucci per esplorare l'albergo e lasciare la valigia. Alle 10.30 inizio del convegno a Palazzo della Signoria fino alle 18.00, aiutttttt. Rientro in albergo, cambio per la sera, aperitivo-in-bar-di-hotel-5-stelle per il mio solito articolo sul tema e poi cena nel roof garden dello stesso hotel dove se, malgrado la prenotazione con una settimana di anticipo, non mi danno un ottimo tavolo con vista sulla città potrei anche andarmene (a dormire). Domenica sveglia presto, valigia in spalla e cambio d'hotel (non si può sprecare l'occasione di visitare due hotel in due notti, eh no no, peccato che nel frattempo il meteo ci abbia ripensato e minacci pioggia a catinelle sul mio trasloco). Alla disumana ora domenicale delle 9.30 inizio della seconda giornata di convegno, in teoria fino alle 13.30, in pratica se e fino a quando l'argomento risulterà interessante. Pomeriggio libero, si fa per dire: cambio d'abito -sperando che il vestitino non abbia sofferto il mal di valigia che riduce a uno straccio- poi pranzo che è ormai merenda con panini al tartufo in via Tornabuoni e, se piove taxi altrimenti passeggiata fino al Teatro dell'Opera del Maggio Fiorentino per il concerto di Rachmaninov diretto da Tomas Netopil tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, notoriamente un allegrone. Se non piove, fotografie al modernissimo Teatro. La sera cena in ristorante storico nel quartiere Sant'Ambrogio, roba leggera, trippa, fagioli, cappone. Lunedì mattina convegno e pomeriggio tristezza da partenza... ci metterò sopra una croce, anzi due, andando a piazza Santa Croce a vedere l'installazione temporanea a forma di croce gigantesca di Mimmo Paladino.
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giovedì 1 novembre 2012
Archi (sul) tetto
Nuovo Teatro dell'Opera del Maggio Musicale Fiorentino |
- Firenze, Toscana – La mia nuova regola è quella vecchia: a ogni pranzo o cena al ristorante deve corrispondere un investimento in cultura o lavoro. Se l'Universo non apprezza, potrebbe almeno mantenersi neutrale? È trascorso forse un nano secondo da quando mi sono aggiudicata un biglietto di galleria per un concerto al Nuovo Teatro dell'Opera del Maggio Musicale Fiorentino dove vorrei anche scattare fotografie degli esterni (corrispondenza gourmet: cena al Cibrèo), quando le previsioni meteo volgono al peggio e annunciano pioggia torrenziale per la domenica tutta. Addio foto, speriamo in un buon lavoro dell'archi (sul) tetto ...continua
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