Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
Visualizzazione post con etichetta selvaggina. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta selvaggina. Mostra tutti i post

martedì 30 aprile 2013

Le lacrime dei golosi

Anatra laccata al miele e aceto di Timorasso, Rebollini © Brillante-Severina
"Le passioni agiscono sui muscoli..." Brillat-Savarin
Val Borbera, Piemonte - Quando due sere prima, al ritorno da una cena, una coppia di germani reali mi aveva attraversato la strada (leggere >>), avevo pensato che per molto tempo non avrei avuto il coraggio di mangiare anatra. E infatti... eccomi qui ad affettarne svariate fette laccate al miele e aceto di vino Timorasso. Quest'anatra mi ha colta di sorpresa perché il menu riportava il nome di un altro volatile, ma al momento dell'ordinazione mi veniva specificato che trattavasi di errore di stampa e senza riflettere avevo automaticamente accettato il cambio. Quando l'episodio dei germani mi tornava alla mente era ormai troppo tardi per cambiare l'ordinazione. Se la terra potesse partorire fecondata da lacrime di golosa, ogni goccia sarebbe un coccodrillo! (molto liberamente tratto dall'Otello di Shakespeare)

martedì 25 settembre 2012

La cornacchia sulla coscienza

Lucas Cranach Die Melanchonie
"Si chiama selvaggina o cacciagione il complesso di quegli animali mangiabili che vivono allo stato di libertà naturale nei boschi e nelle campagne." Brillat-Savarin
- Piemonte – Durante un'intervista il cuoco mi rivela un sogno: poter cucinare le carni dimenticate della sua infanzia, ovvero cornacchie, passeri e porcellini d'India, selvatiche alternative a piccioni, quaglie e porcelli da latte. Di fronte al mio sguardo perplesso e a obiezioni che fanno appello a sensibilità, non necessità ecc., mi apostrofa: "Signora, apra la mente".

martedì 31 gennaio 2012

Capriolo e ricciola o fagiano e pesce spada?

“Si chiama semplicemente carta l'elenco delle vivande con l'indicazione del prezzo...” Brillat-Savarin
- Milano, Lombardia – Nevica e non smette. Dato che è impossibile raggiungere qualunque meta per gastronomiche recensioni, faccio sogni per il week end. Vorrei andare all'inaugurazione del congresso di Identità golose domenica e la sera fermarmi al Maison Moschino per provare a cena il menu degustazione pesce-selvaggina dello chef Moreno Cedroni (Piña colada; Capriolo & ricciola, salsa di topinambur, ciliegie e scorza nera candita; Fagiano & pesce spada, "sciabu sciabu", salsa di ananas peperone e menta, rapanelli e panna acida; Quaglia & tonno "tataki", salsa di finocchio, arancia confit e olive nere; Cinghiale & vongole spinosini, ricotta affumicata, carote e burrata; Lepre & baccalà, brodo leggero di lampone e sedano; Polvere da sparo: gelato al mastice e cardamomo, terra di cioccolato, polvere di yogurt e mandorle, the lapsang). 
Solo che, tanto per rimettere i piedi a terra, per il week end hanno or ora annunciato un calo delle temperature che neanche l'Abominevole uomo delle nevi sopporterebbe figuriamoci i miei vestitini, il congresso (mi) dà l'accredito di giornalista per un solo giorno (ma perchè???), l'hotel costa tre volte la cena (nei festivi, mentre nei feriali almeno cinque volte di più), propongo la degustazione a un'amica gourmet ma trova il menu natura morta impressionante, a un amico ma a lui sembra afrodisiaco, a un altro amico ma ha già una cena con annessa presentazione di polacca bellezza... E alla fine ricomincia a nevicare, uff