Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
Visualizzazione post con etichetta trippa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta trippa. Mostra tutti i post

domenica 11 novembre 2012

La recita del menu

"...dava l'impressione di occuparsi dei suoi ospiti con una premura speciale." Brillat-Savarin 
Firenze, Toscana - Quando la signora in tailleur pantalone nero siede al mio tavolo, mi chiede come sto e poi con ben dosata miscela di gentilezza e teutonica fermezza mi elenca i primi e i secondi piatti del menu, non rimango spiazzata, perché mi io ero informata sui "costumi locali" e aspettavo la scenetta. Né le chiedo come mai non mi illustri gli antipasti, che sono la mia portata preferita, non oso. Per fortuna quelli arrivano lo stesso, portati trionfalmente in vassoio da un cameriere e posati uno a uno sul mio tavolo dal figlio del cuoco che dopo una breve gag, "Lei capisce l'italiano?" - "Essendo piemontese, spero di si..." - "Comunque non parla toscano, potrebbero esserci difficoltà" - "Vedrà che ci capiremo...", illustra il prologo della cena, previsto e uguale per tutti i tavoli: budino di pomodoro (da mangiare per primo con l'apposito cucchiaino, e non me lo faccio ripetere due volte), micro crostino con vellutato paté di fegatini, quadretto di sformato di ricotta, insalatina di trippa e cipolle (favolosa), prosciutto crudo tagliato a mano, cilindro di salamino invecchiato in non so quale cantina, peperoni sott'olio (meno banali di quanto sembri, vista la dolcezza e la perfetta digeribilità anche per una come me che non li digerisce) e una mousse, specialità greca, a base di mandorle, olio (e zenzero?) da spalmare sul panino di patate. Dopo, e con studiata tempistica, arrivano i piatti che ho scelto: passata di pesce leggermente piccante servita nella zuppierina di ceramica bianca con piedistallo, poi succulento coniglio disossato e farcito con salsiccia accompagnato da carciofi. Alle signore di tutti i tavoli viene recapitato l'osso di Mammut, un filoncino di pane fragrante a forma di tibia. Buono e divertente (l'unica perplessità è la consegna "a mano"), ho già voglia di tornare.

venerdì 2 novembre 2012

Ce l'ho, manca

Firenze da Lungarno Acciaioli  © Brillante-Severina
"L'essere umano non è fatto per un'attività indefinita..." Brillat-Savarin
- Firenze, Toscana – Di nuovo a Firenze, tre giorni, per seguire un convegno (e intanto che ci sono per visitare altri ristoranti... ce l'ho manca, adoro). Guardo un po' preoccupata il programmino che mi sono preparata. Sabato treno alle 5.30, cambio a Milano con un'ora di vuoto in mezzo (perfida trenitalia) e arrivo a Firenze alle 9.00. Tappa sul Lungarno Amerigo Vespucci per esplorare l'albergo e lasciare la valigia. Alle 10.30 inizio del convegno a Palazzo della Signoria fino alle 18.00, aiutttttt. Rientro in albergo, cambio per la sera, aperitivo-in-bar-di-hotel-5-stelle per il mio solito articolo sul tema e poi cena nel roof garden dello stesso hotel dove se, malgrado la prenotazione con una settimana di anticipo, non mi danno un ottimo tavolo con vista sulla città potrei anche andarmene (a dormire). Domenica sveglia presto, valigia in spalla e cambio d'hotel (non si può sprecare l'occasione di visitare due hotel in due notti, eh no no, peccato che nel frattempo il meteo ci abbia ripensato e minacci pioggia a catinelle sul mio trasloco). Alla disumana ora domenicale delle 9.30 inizio della seconda giornata di convegno, in teoria fino alle 13.30, in pratica se e fino a quando l'argomento risulterà interessante. Pomeriggio libero, si fa per dire: cambio d'abito -sperando che il vestitino non abbia sofferto il mal di valigia che riduce a uno straccio- poi pranzo che è ormai merenda con panini al tartufo in via Tornabuoni e, se piove taxi altrimenti passeggiata fino al Teatro dell'Opera del Maggio Fiorentino per il concerto di Rachmaninov diretto da Tomas Netopil tratto da un racconto di Edgar Allan Poe, notoriamente un allegrone. Se non piove, fotografie al modernissimo Teatro. La sera cena in ristorante storico nel quartiere Sant'Ambrogio, roba leggera, trippa, fagioli, cappone. Lunedì mattina convegno e pomeriggio tristezza da partenza... ci metterò sopra una croce, anzi due, andando a piazza Santa Croce a vedere l'installazione temporanea a forma di croce gigantesca di Mimmo Paladino.

domenica 28 ottobre 2012

L'uovo di Colombo

"Il piacere della tavola è particolare alla specie umana: esso suppone delle cure antecedenti per preparare il pasto, per la scelta del luogo..." Brillat-Savarin
- Firenze, Toscana – Domenica mattina, guida alla mano, compongo il numero 055.2341100... tuuu tuuu tuuu... risponde un uomo evidentemente fiorentino al quale chiedo: "è possibile prenotare un tavolo per domenica prossima, 4 novembre a cena per una persona?". Senza un'esitazione lui risponde: "cohhn piacerhhe". Non occorre un corso di comunicazione per intuire che questo è "il" benvenuto. Quanto a me, già mi vedo in una delle poltroncine di velluto rosso a sgranocchiare sott'oli, insalata di trippa e minestra di cappone.

martedì 12 giugno 2012

Il biodinamico che avanza

"...per poca attitudine che si abbia all'osservazione...” Brillat-Savarin  
- Mondovì, Piemonte – Sto sorseggiando un Arneis e piluccando l'appetizer, un hummus di fagioli borlotti con aceto balsamico, quando cinque tedeschi, tre donne e due uomini, entrano nel ristorante, mi salutano educatamente e siedono al tavolo di fronte alla finestra vista colline. Con molta cortesia chiedono a chi li serve spiegazioni e consigli sul menu e uno, l'eletto esperto, impugna la lista dei vini. L'orientamento verso il biodinamico di un noto produttore friulano è in tutti i modi scoraggiato dal proprietario, timoroso che gli stranieri non ne conoscano le caratteristiche. Il fatto che abbiano ordinato il piatto più difficile del menu, gamberi e trippa al curry, rivelatore di curiosità e orientamento a sapori insoliti, non lo impressiona e ammonisce: "Se volete questo vino, per carità... ma dovete essere sicuri... perché è davvero particolare..." - Lo sappiamo" risponde il tedesco, senza però convincerlo: "Dovete conoscerlo bene per ordinarlo... non è il classico vino bianco da bere ghiacciato che uno si aspetterebbe, anzi è più un rosso... è davvero particolare... siete pronti per una simile esperienza?" - "Siamo pronti!" è la ferma risposta del tedesco, alla quale seguono le allegre risate di approvazione dei compagni di tavolata che si girano verso di me per rendermi complice del loro buon umore. Solidarietà poco dopo tradita dall'alemanno sceglitore di vino che pare abbia insufflato nell'orecchio del proprietario il sospetto che io fossi "una delle guide". Un'idea... davvero particolare.

venerdì 8 giugno 2012

Gamberi e trippa contro l'avversità

"...a me piace la gente che reagisce contro l'avversità...” Brillat-Savarin  
- Mondovì, Piemonte – È venerdì mattina e piove su Mondovì alta. Dopo aver camminato per le vie silenziose ed essermi affacciata ai portoni di palazzi monumentali e chiese chiuse, aspetto che arrivi l'ora di pranzo seduta al tavolino di uno dei bar sotto i portici della piazza principale. Quando entro nel ristorante lo trovo molto bello, con imponente soffitto a cassettoni, tocchi vivaci alle pareti e dalle finestre vista su colline e Langhe. Oltre me c'è un tavolo di cinque tedeschi, uomini e donne di mezza età cordiali e allegri già prima di iniziare a bere. Ordino e mangio con gusto, senza dimenticare gli appunti mentali per la recensione destinata alla Guida: tortino di zucchine con provola leggermente affumicata e pesto, gamberi e trippa al curry (per i quali anche i tedeschi vanno in brodo di giuggiole, squittendo e scattando foto ricordo), tagliatelle di grano duro con fave salame cotto e pecorino, alici con patate e fagiolini, tortino caldo di cioccolato, qualche nocciola ricoperta di curry, Arneis e grappa. Pago il conto e, sorpresa, il cuoco mi dice sottovoce che dopo 8 anni chiude, causa scarsa affluenza. Si trasferisce non so dove. Mi è più chiaro di aver guidato molte ore per una recensione che cadrà nel vuoto. Per consolarmi vado a vedere i vivaci galletti dipinti sui piatti del (deserto) museo della ceramica e poi salgo sulla (vuota) funicolare per esplorare Mondovì bassa, come l'umore generale.