Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
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domenica 13 novembre 2016

Il bottino della fiera di San Martino

Cherasco, Piemonte - Il bottino della fiera di San Martino è conquistato, l'inverno ora può anche iniziare. Senza più un cent, ma con miele di montagna di lampone e di ciliegio, porri di Cervere, carote tricolori, cacciatorini al Barolo e alle noci, blu di mucca, tè, erbe per frittate, biscotti, nocciole, semi ecc.

venerdì 25 settembre 2015

Vuoto a... riempire

Lombardia - A colazione in pasticceria mi capita al tavolo vicino una coppia che si sbaciucchia con schiocco trenta volte al minuto, e pazienza. Ma il cannoncino alla crema con culetto vuoto è sfacciata indelicatezza!

domenica 6 settembre 2015

Colazione da riders

Lombardia - Mentre guido verso la solita pasticceria per oziosa colazione e lettura giornale domenicale, incappo in una lunga coda di macchine guidate solo da uomini. La colazione promette bene oggi, penso.
E penso male, perché perdo tutti a una rotonda che porta a un affollato raduno di riders.

sabato 15 marzo 2014

Il lume della stagione

Pavia, Lombardia - Vetrine di pasticceria storica a metà marzo: una è decorata con addobbi natalizi, la seconda con foglie di plastica arancion-autunnali e la terza con fogliame plasticoso presumibilmente evocativo di brezze primaverili. Quando si perde il lume della stagione...

giovedì 6 marzo 2014

Dolci quaresimali

Genova, Vetrina di confetteria storica
Genova, Liguria - Adorabil (dolcetto) Quaresima(le) inizia a occhieggiare dalle vetrine delle confetterie storiche.

venerdì 22 novembre 2013

domenica 17 marzo 2013

Fallo di piede in pasticceria

Applique © Brillante-Severina
Cuneo, Piemonte - Nella pasticceria dove a mezzogiorno avevo visto il cameriere rompere un bicchiere, la sera, sempre lui poggia il vassoio su un carrellino di servizio, prende male la mira, il vassoio casca, cerca di salvarlo in corner con un piede (sperando che rimbalzi come una palla?), non riesce, il vassoio rovina sul pavimento, lo raccoglie e lo posa. Di dargli una spolverata non se ne parla.

venerdì 15 marzo 2013

Bitorzoli salati

Pasticceria Arione, Cuneo © Brillante-Severina
"Intanto il tempo era trascorso e il mio orologio segnava le otto..." Brillat-Savarin
Cuneo, Piemonte - Sono nella Granda dal mattino e dopo la ricerca del parcheggio, la colazione sulla comoda poltrona di pelle rosso amaranto nella sala in boiserie verde pastello della pasticceria, la lunga e inutile camminata in direzione sbagliata rispetto alla via del ristorante da recensire, il tardivo dietrofront, il taxi che naviga a vista con la cartina, il pranzo che se non fosse per gli sconosciuti avventori intorno avrebbe sapore fin troppo casalingo, la visita a una chiesa monumentale di recente restauro intitolata a San Francesco al di lei chiostro (che impressione i frammenti di lapidi e le basi di colonne lordate dai piccioni) e al museo civico lì insediato (tavolette dipinte in stile naif con ex voto di ogni tipo, abiti del folclore che fu, bachi da seta in bacheca, un telaio imbalsamato, un tenero vitellino ritratto accovacciato, bitorzolute formine di rame), l'acquisto di due libricini al book shop, dopo tutto ancora non mi decido a rimettermi in macchina per tornare a casa. Mi affaccio alla caffetteria dove al mattino ho fatto colazione, la trovo affollata e accogliente. L'intenzione, entrando, era di ordinare un caffè e due paste per riscaldarmi prima di partire, ma dopo aver visto i bicchieroni da aperitivo serviti a un tavolo vicino sento la mia voce chiedere al cameriere: "Cosa c'è nell'aperitivo alcolico della casa?" - "È sempre a sorpresa" risponde lui. "Me lo porti... purché ci sia l'alcol". Quello è lì dal mattino e di spirito ne vede probabilmente già troppo per sorridere al mio. Porta un beverone fresco e dal sapore dolce senza essere stucchevole che con il suo colore rosso acceso ben si abbina alle rose (finte) invasate sulla consolle dietro di me. L'alcol non è decisamente il protagonista (e forse è meglio, visto che mi aspettano due ore di guida), ma in compenso il piattino dei burrosi e anche loro bitorzoluti salatini trabocca. Quattro euro e cinquanta ben spesi per un'altra ora di indugio fra i cuneesi.

lunedì 11 marzo 2013

Damasco per tutti

Fiorio © Brillante-Severina
"...la loro presenza era già di per se stessa un segno di sconfitta."
Via Po, Torino - Fra i damaschi, i lampadari e gli specchi del secondo piano di un locale storico il sabato a pranzo. Al tavolo accanto una coppia è già al gelato. Sento dire all'uomo, non giovane e con accento torinese, che i suoi genitori non avevano mai varcato la soglia di quel locale, considerato molto esclusivo. Oggi con nove euro si accede al ricco buffet degli antipasti e per tredici euro offrono un primo piatto a scelta, dolce, acqua e caffè. Serviti da camerieri in giacca bianca. La decadenza dei tempi è una porta che finalmente si apre.

lunedì 4 marzo 2013

Ombre

Il Paulin, aperitivo della Pasticceria Scaraffia a Savigliano © Brillante-Severina
"...e la serata s'inabisserà, come le altre, nelle ombre del passato." Brillat-Savarin
Savigliano, Piemonte - Partire è un po' morire, ho letto da qualche parte. Io non so mai decidermi ad andare via, a dare il commiato. Sono a Savigliano dal mattino. Ho cercato una buona pasticceria, mangiato una burrosa brioche, visitato un palazzo con affreschi di cavalli di ogni foggia e manto, pranzato in un ristorante della campagna vicina da recensire per la Guida. Tornata indietro, ho cercato nuovamente parcheggio, passeggiato nel chiostro silenzioso dell'ex convento di San Francesco e visitato la gipsoteca nella strana atmosfera creata dal vuoto. Rifatto a piedi nel blu di prussia della sera il percorso verso la piazza centrale, si sono fatte le sette della sera e mi chiedo se devo proprio ripartire. Trovo un motivo per fermarmi ancora un po' nel suggerimento ricevuto al mattino: l'aperitivo di Scaraffia, l'antica pasticceria sotto i portici. Tre vetrinette e una porta di vetro protetta dalla tendina di pizzo oltre la quale tre signore di età e taglie assortite potrebbero comporre una matrioska. Mi cerca con lo sguardo la più anziana, forse la madre, sicuramente la più elegante con il cardigan color tortora ricamato di perline e strass. È piccola e veloce a capire che voglio assaggiare il Paulin. Si china sotto il banco e tira fuori una bottiglia in vetro trasparente dalla quale versa un liquido giallo pallido, mix di vermouth ed erbe alpine che prende il nome dal suo inventore, un tipo al quale bere piaceva assai. I salatini non sono proprio il massimo e non ci si siede (chi non trova posto esce a bere sotto i portici) ma il contorno, un piccolo spazio tappezzato di boiserie verde pastello, vale la sosta. Mi aspetterei di veder entrare un discendente del Santarosa, il patriota risorgimentale originario di qui, ma non può succedere perché la famiglia è estinta (con la casa trasformata in agriturismo). Restano i saviglianesi di oggi. 

lunedì 25 febbraio 2013

Il buffet

Caffè Fiorio, Torino © Brillante-Severina
"[lo zucchero] mescolato con la farina e le uova se ne fanno biscotti, amaretti, croccanti, babà e tutta la moltitudine di pasticcini che costituiscono l’arte del pasticciere di fornello."
Brillat-Savarin
Torino, Piemonte - La cameriera in divisa pinguinesca intonata alla nevicata di febbraio che sfreccia fra tavolini e velluti rossi dell'antico caffè sotto i portici di via Po ha sicuramente letto Buzzati. Non si spiega altrimenti la strenua difesa del buffet dei dolci (torte di mele, sacher, crostate ai frutti di bosco) come se fosse un fortino, ultimo avamposto della pasticceria torinese contro gli assalti dei tartari clienti (in maggioranza sdentati in verità).

sabato 22 dicembre 2012

Corpo saporoso

Pandoro "Nuvola" di Ghigo, Torino © Brillante-Severina
"(il gusto) è la sensazione che eccita l'organo impressionato da un corpo saporoso.
Brillat-Savarin 
Torino, Piemonte - So che suona strano, ma stare in coda mi piace, in macchina permette di osservare il paesaggio (e la fauna umana) circostante, nei negozi di alimentari dà il tempo di scegliere con calma. Sono appunto in paziente attesa che arrivi il mio turno per aggiudicarmi una "Nuvola" di Ghigo (un burroso pandoro ricoperto da un generoso strato di zucchero a velo che, complice la forma non perfettamente simmetrica, lo fa sembrare una nuvola) quando una signora arrivata dopo di me si accaparra la commessa libera per ordinare un dolce. Ora, va bene che mi piace stare in coda, però farmi sorpassare con astuzia è altro discorso. Penso a questo e lo sguardo che poso sulla signora non deve essere dei più amichevoli. Infatti mi chiede se per caso mi è passata avanti. "Visto che deve solo prenotare un panettone mentre io lo devo acquistare, faccia pure" rispondo magnanima, ma lei si offende perché no, e poi no, passare davanti agli altri non è nel suo stile (strano, l'ha appena fatto e con allenata disinvoltura). La commessa retrocede dalla sua prenotazione al mio acquisto ma ho l'impressione che lo faccia con sufficienza, come se io fossi una seccatura della quale liberarsi (più probabilmente non ne può più di incartare, infiocchettare e imbustare Nuvole). La ciliegina è il proprietario della pasticceria, che accoglie alla cassa vestito alla Montezemolo ma che se gli chiedi la fattura per la Nuvola (poco etereamente venduta a 30 euro al kg) perde ogni eleganza e ti guarda come una mentecatta. Per il secondo anno ho acquistato la Nuvola, nonostante il contorno di tuoni e fulmini.

martedì 2 ottobre 2012

Il corretto che scalda

"I liquidi che esponete all'azione del fuoco non possono caricarsi tutti di un'eguale quantità di calore..." Brillat-Savarin
- Alessandria, Piemonte – Piove con inaspettata violenza alle quattro del pomeriggio oltre i portici di piazza Garibaldi e i brividi scuotono i freddolosi usciti senza ombrello e con abiti non rassegnati a dare l'addio al tepore estivo. Ho freddo anch'io, malgrado il soprabito (il mio preferito, taglio anni '60, tessuto stampato zebrato e capo quasi vintage avendolo acquistato nel 2006) e cerco calore nella merenda al banco del bar pasticceria con caffè, chantilly e bignè al cioccolato. Quando ecco arrivare una signora che ordina un caffè corretto. La guardo con sincera ammirazione. Perché non è venuta anche a me questa eccellente idea?

mercoledì 16 maggio 2012

Sensi piacevolmente occupati

Fotografia © Brillante-Severina
"Il torrente dei secoli, scorrendo sul genere umano, ha prodotto sempre nuovi perfezionamenti, la causa dei quali... appare nelle esigenze dei nostri sensi che sempre, ora l'uno, ora l'altro, chiedono di essere piacevolmente occupati.” Brillat-Savarin  
- Fossano e Saluzzo, Piemonte – << Prologo. Dormo poco, forse per l'agitazione da avrò-fatto-bene-a-cambiare-programma-all-ultimo-momento? e arrivo a Fossano poco dopo le undici. Fermento, persone con le borse della spesa: è giorno di mercato. Lo sfioro, abbordando la via che attraversa la cittadina per poi virare sotto i bassi portici ombrosi. Tante pasticcerie e dai nomi sabaudi. Entro in quella che mi sembra la meno moderna e trovo una saletta con stucchi e vetrate d'altri tempi. Dopo la colazione, per souvenir compro dei biscotti da tè a forma di bastoncino. Una signora mi dice che a mezzogiorno la Cattedrale chiude e mi affretto a entrarci. Arrivata alla fine della via maestra è già ora di pranzo. Troppo tardi scoprirò che sarebbero bastati ancora pochi minuti di cammino per arrivare allo spigoloso castello trecentesco. Piacevole pranzo nelle segrete del fascinoso palazzo nobiliare restaurato, con avventori quasi tutti civili (leggere "I selvaggi"). Mi propongono una colazione-di-lavoro ma chiedo la degustazione da sei portate (e altrettanti vini). Il cuoco mi porta personalmente il dolce. Conosce un mio progetto romano. La visita all'albergo oggi no, mi dispiacerebbe scoprire che è più bello di quello saluzzese dove mi sono auto-dirottata. Riparto, in mezz'ora raggiungo Saluzzo e conquisto (nel vero senso della parola) il resort ricavato nel convento medievale accanto alla chiesa di San Giovanni. La mia camera è la cella IV, ha una doppia porta in legno che chissà quanti monaci nei secoli hanno aperto e chiuso, colori e arredi eleganti ma giustamente poco mondani, un forcone di due metri poggiato al muro che dopo vari lambiccamenti scopro essere una lampada, e una bella vista su un altro ex convento di monache e sul lontano loggiato affrescato con le Fatiche di Ercole che, ancora non lo so, ma è Casa Cavassa, l'antico palazzo che avrei visitato il mattino dopo. Tiro fuori dalla valigia il vestito verde per la sera e sono già fuori, ad arrampicarmi sulle salite sassose e poi rotolare per le discese con soste davanti ai portoni, al castello, alla lapide dedicata a Silvio Pellico. Finale nella via dello struscio con riposo-aperitivo all'aperto, di fronte al Duomo. Alle otto mi costringo ad abbandonare la postazione e risalgo. Era stato più facile scendere ...continua