Mentre ordino a bacchetta libera, il cameriere Titti, allarmato, mi interrompe:
"Basta, basta, altlimenti è tloppo!!!"
(esuberanze al ristorante cinese) Testaccio, Roma
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
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mercoledì 27 aprile 2016
martedì 26 aprile 2016
In punta di chela
Roma - Devo recensire un ristorante cinogiappo. E prendiamoci 'sto granchio...
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martedì 6 ottobre 2015
Giurin giurata
Roma - La giurata formato polpetta (sorry) che abbraccia uno degli chef in gara (giovane biondo dell'Est). Non si fa.
lunedì 12 gennaio 2015
Zampate
Roma - In settimana si svolge la festa di presentazione di una guida ai ristoranti romani alla quale collaboro. Mi si nota di più se non vado o se vado e reggo con una zampa il bicchiere, con l'altra il piatto e con l'altra la forchetta?
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sabato 1 novembre 2014
Dolcetto o... dolcetto?
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lunedì 28 luglio 2014
Finger food mania
Roma, Quartiere Esquilino - C'è chi nasce con la camicia. Quella che indosso per recensire il ristorante stellato sulla cresta dell'onda è bianca e vorrei non fosse un proposito effimero farla restare tale. Ecco perché quando al tavolo arriva l'ennesimo manicaretto a sorpresa, golosissimo e fragile nel suo straripare di salse colorate, polpe lucide e germogli, da mangiare rigorosamente senza posate (del resto neanche ancora portate in tavola), lo guardo un po' sconfortata. La ragazza del tavolo a fianco, che capisce al volo e teme forse anche lei l'effetto Pollock sull'abito, mi sorride. Ed è subito solidarietà femminile... (per la cronaca, non mi sono sporcata e me ne chiedo ancora la ragione e solo con l'arrivo delle posate ho iniziato a godermi la cena).
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Via Torino, Roma, Italia
martedì 15 luglio 2014
Seppia al nero di seppia
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Seppia al nero di seppia di Kotaro Noda |
Roma - Vedo (seppia al) nero (di seppia). Ma forse anche il cuoco Kotaro Noda considerato che, trascorso solo un anno dall'assaggio di questo piatto nel ristorante Magnolia in via Veneto, lui ha già cambiato due cucine. Agli chef non ci si può affezionare.
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domenica 13 luglio 2014
Perversione gourmet
Roma - La perversione gourmet di oggi: ordinare la terrina di verdure ipocalorica e poi... mangiarla col pan brioche.
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mercoledì 9 luglio 2014
Distratti cronici
Roma - "Sorry" mi dice il giovane e barbuto cameriere mentre ritira il piatto vuoto, più impegnato a gigioneggiare con le amiche che occupano il tavolo vicino che a seguire con attenzione gli altri avventori. Poi cerca di riparare: "Scusi signò, non so mai chi ho davanti". Non sai quanto è vero, caro.
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martedì 8 luglio 2014
L'arancia non fa miracoli
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Immagine tratta dal web e rielaborata |
Roma, dalle parti di via della Pace - Devo scrivere un articolo su un locale che per una serie di motivi mi piace tanto. Pur trovandosi in una zona ad alta concentrazione di qualunquismo turistico è accogliente sia per il personale cordiale sia per l'arredamento che, mescolando vintage e moderno, è molto vicino al mio gusto. Poi è aperto per colazione, pranzo e cena e anche la domenica. Una vera oasi nel quartiere di piazza Navona. Che va premiata. L'ultima volta che ci sono stata a cena, per giunta in compagnia di un'amica con la quale tenevo a far bella figura, ho però avvertito un cambiamento nella cucina, una nota diversa che è divenuta stecca nel piatto meno felice e facile, l’anatra laccata all’arancia, cotta a bassa temperatura -e fin qui nulla di male- e presentata non a fette ma in uno spesso trancio color sangue visivamente poco allettante e di sapore marcatamente selvatico che per la timida dolcezza della laccatura di agrume era impresa impossibile riuscire a stemperare. Prove arzigogolate di diplomazia.
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giovedì 3 luglio 2014
Splendore nell'erba
Roma, dalle parti di Ponte Cavour - Prologo di L'imperfetto >. Non finirà mai di stupirmi la impossibilità in molti locali della città eterna (ma non solo) di poter contare su due buone performance consecutive. Ero stata in questo locale una domenica di molti mesi fa e ci avevo trascorso piacevoli ore, iniziando con la colazione, passando poi all'aperitivo (un Carpano con fette d'arancia e ghiaccio con pizzette ordinate a parte) e fermandomi poi per un passabile pranzo. Decido quindi di tornare, di nuovo una domenica. Mi siedo a un tavolino verso le 12.40 e si avvicina subito una cameriera giovane, straniera, cortese. Chiedo un aperitivo ma risponde che a pranzo non lo servono. Stupita (un bar che rifiuta un aperitivo non si era mai visto), dico che un po' di tempo prima lo avevo invece ordinato alla stessa ora senza difficoltà; lei mi chiede cosa avessi bevuto e va a chiedere al barista. Nel frattempo mi squilla il cellulare e mentre sto ancora parlando la ragazza ritorna. L'idea di lasciarmi finire la conversazione allontanandosi non la sfiora e mi annuncia che il Carpano è finito. Per tagliare corto (con lei) rinuncio all'aperitivo. Il caso vuole che nel giro di cinque minuti entrino diversi clienti i quali ordinano tutti l'aperitivo. Non riesco a trattenermi dal chiedere spiegazioni alla cameriera la quale risponde candidamente che a pranzo non c'è l'aperitivo con il buffet, offerto solo la sera, ma che se si vuole ordinare un bicchiere di vino o altro si è liberi di farlo. Le faccio notare che alla richiesta di un aperitivo la risposta era stata che non venivano serviti a pranzo e lei... nega di aver fatto una simile affermazione. Il cliente non ha magari (più) sempre ragione, la non perfetta padronanza della lingua va probabilmente messa in conto, ma secondo me la ragazza ha una doppia personalità. O forse una gemella poco preparata. Visto che fuori fa caldo, mi trattengo ancora un po', ordinando un antipasto, che finisco, una bottiglietta d'acqua che lascio sul tavolo quasi piena e un caffè. Pago e me ne vado, approdando in un localino in via dei Coronari che prepara a ogni ora piadine artigianali gestito da un ragazzo e una ragazza sempre gentili. A mai più rivederci, splendidi dei miei stivali (il significato è nella localizzazione).
Ubicazione:
Via Vittoria Colonna, 00193 Roma, Italia
L'imperfetto
Roma, dalle parti di Ponte Cavour - Nella sala del locale "polivalente" aperto per colazione, aperitivo, pranzo ecc. i pochi avventori si danno velocemente il cambio e alla fine resto sola, seguita alternativamente da una gentile quanto acerba cameriera e da un cameriere che si è materializzato nel momento in cui è entrato un ragazzo (infagottato in giacca e camicia nonostante il caldo) accompagnato da due ragazze in abiti estivi. Malgrado il resto del locale fosse deserto, li ha accompagnati al tavolo accanto al mio. Il giacca-e-camicia deve essere un amico o qualcuno sul quale la cucina vuole far colpo perché il cameriere serve alla sua tavola molti piatti ed è prodigo di attenzioni, anche troppe: non fa in tempo ad allontanarsi che è già di ritorno, promette al terzetto: "Vi lascio mangiare" e dopo trenta secondi è già lì a chiedere come va. E parla parla parla, non sta mai zitto. Invadente, compiaciuto, foltamente barbuto, troppo chino sui piatti che sfiora col dito per illustrarne il contenuto, iper attento ai clienti conosciuti, superficiale e indifferente agli altri (nel togliere il mio piatto vuoto mi parla in inglese), è il prototipo dell'imperfetto cameriere. La sua voce è un rombo di tuono che incalza e mi annoia. Dopo il gazpacho con burrata al quale avrei voluto far seguire più corposi piatti, chiedo caffè e conto.
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Ubicazione:
Via Vittoria Colonna, 00193 Roma, Italia
mercoledì 2 luglio 2014
I (numeri) primi
Il menu degustazione di 4 portate è già arrivato al 5° piatto e non siamo ancora al 2°... Dò i numeri.
Roma, dalle parti di piazza del Popolo - Lo chef aggiunge ai 4 piatti previsti dal menu degustazione 1 aperitivo, 1 antipasto e 1 primo che consiste in 3 ravioli cinesi wonton al vapore di ragguardevoli dimensioni farciti con castrato, verza e pecorino. Cloccanti e velamente sapoliti.
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Roma, Italia
lunedì 30 giugno 2014
Dolcetto o scherzetto
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Sembrano dolcetti, sono invece i salatini dell'aperitivo |
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venerdì 27 giugno 2014
Scacco al tacco
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Senza tacchi |
Roma, dalle parti di piazza Navona - A volte a Roma la sera non metti i tacchi perché esci con amiche che non li portano, a volte perché i sanpietrini romani non perdonano e preferisci evitare di camminare come una quaglia (leggi Uccelli di ravanello >), a volte perché piove a dirotto e hai già i tuoi problemi a saltare le pozzanghere che ti separano dal taxi che parte proprio mentre lo raggiungi. Quando finalmente si presenta l'occasione giusta, ovvero una cena con una cara amica che ama i tacchi... non li metti perché ti fa male un piede. E questo chiude l'argomento.
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Astenersi sbrodoloni
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Cappelletti in brodo asciutto |
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Ubicazione:
Piazza del Popolo, Roma, Italia
giovedì 26 giugno 2014
Caffè leccese
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Caffè leccese (cupola alla crema di caffè e cacao con cuore di mandorla e capezzoli di caffè) |
Roma, dalle parti di piazza dell'Orologio - tête-à-tette
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Ubicazione:
Via di Monte Giordano, 00186 Roma, Italia
Il sapore dell'ingiustizia
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Alice marinata e calamaro in tempura |
Roma, dalle parti di piazza Fiume - Sulla città sta per piovere il più violento dei temporali serali e così abbandono i miei buoni propositi di camminatrice e alle 20.00 prendo un taxi per il ristorante. Sorvolando sui 15 euro della corsa, mi ritrovo davanti al locale troppo presto e cammino un po' per perdere tempo, ma la mancanza di attrattive nella via e il cielo ormai nerissimo mi fanno entrare quasi subito. Al cameriere che mi viene incontro dò il nome con il quale ho prenotato. Controlla sull'agenda e mi accompagna a uno dei peggiori tavoli, all'incrocio fra sala e corridoio, senza neanche chiedere se va bene. Non è certo la prima volta che mi succede, ma l'aver prenotato con una settimana di anticipo mi incoraggia a opporre resistenza e, guardando il tavolo perplessa, chiedo se sia possibile averne un altro. Lui, che come avrà ampiamente modo di dimostrare durante la cena, non è un genio del servizio (leggi Il cameriere alita sempre due volte >), ribadisce al cospetto degli altri clienti che quello è il tavolo riservato a me. Ci fronteggiamo, alto e scurovestito lui, riccioli scompigliati dal maltempo io. Qualcosa nel suo atteggiamento - non arrogante ma gentilmente beota - mi fa desiderare di andar via (brava, e l'articolo come lo scrivo poi?), ma rispondo timidamente che avendo prenotato con molto anticipo mi aspettavo un tavolo migliore. Sua esitazione, fine del braccio di ferro, posso scegliere un altro tavolo. Visto che quelli liberi sono solo due, bontà mia mi siedo a quello più laterale, posto fra il tavolo angusto rifiutato e quello che avrei desiderato perchè più centrale, dal quale riesco comunque a vedere cosa succede in sala. Non so se per una mia fissazione, ma nei minuti successivi ho l'impressione che gli altri membri dello staff mi guardino un po' storto per aver scombussolato la loro topografia conviviale. I piatti della cena si rivelano poi squisiti ma, come ribadisco spesso, non sempre basta. Considerato che il tavolo centrale al quale ho rinunciato è stato occupato da due ragazzi la cui cena era offerta (quindi 0 euro di incasso in serata) e che il tavolo rifiutato è stato assegnato a due inglesi che a) avevano prenotato il giorno stesso b) si sono presentati con 45 minuti di ritardo c) in due han speso quanto io da sola ho investito nella mia cena singola... ci ho sentito il sapore dell'ingiustizia.
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mercoledì 25 giugno 2014
Gemelli diversi
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Gamberi crudi e burrata |
Roma, dalle parti di piazza Fiume - I due ragazzi del tavolo accanto scalpitano chiedendosi perché, dopo la successione abbastanza veloce di antipasti, il primo non sia neanche all'orizzonte. Il motivo è che loro e io abbiamo ordinato lo stesso (ricco) menu degustazione di pesce e la cucina ha quindi impresso ai due tavoli il medesimo ritmo, facendo uscire i piatti insieme. E dato che, lenta come al solito, non ho ancora terminato l'ultimo antipasto (dei gamberi crudi con burrata, biscotto brutto-ma-buono e salse di melanzana affumicata e pomodoro che vorrei non finissero mai), anche se loro sono in due e io da sola, sono io a scandire il ritmo delle uscite. Cavalleria rustica(na).
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martedì 24 giugno 2014
Alito di risarcimento
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Linguine con vongole, cedro, polvere di camomilla |
Roma, dalle parti di piazza Fiume - Il ristorante è piccolo e quando tutti gli avventori sono arrivati, il brusio riempie la sala. Il servizio al mio tavolo è svolto da una ragazza giovane e sveglia in leggins neri che la fanno sembrare un grillo e da un cameriere più elegante ma meno brillante seppure volenteroso. Se i piatti li porta lei sono sicura di quel sto per assaggiare, mentre quando li serve lui rimango nel dubbio: a causa del rumore si china verso di me per illustrare nomi e ingredienti, solo che soffre di alitosi e io naturalmente mi tiro indietro, con il risultato che non capisco niente. Uno dei piatti che mi arrivano ai timpani e al cuore sono le Linguine con vongole, crema di cedro e polvere di camomilla. Una preparazione equilibrata ma che stupisce, per il cedro che amplifica la nota marina delle vongole e la camomilla che sostiene la solida dolcezza della pasta. Quanto ai 6 euro tolti al conto di 80, li considero un alito di risarcimento.
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