Brillat-Savarin
- Firenze, Toscana – Entro nel ristorante d'albergo non senza tensione. So che molti tavoli hanno la vista sull'Arno, alcuni addirittura su Ponte Vecchio e, se dopo aver prenotato con giorni di anticipo cercheranno di confinarmi ai margini della sala, sono decisa a chiedere un posto migliore (cosa tocca fare...). Accanto alle finestre in effetti non c'è posto, ma ecco che mi portano al tavolo al centro della sala. Non è stato tenuto apposta per me perché è apparecchiato per due persone, ma va bene. Oltre a poter osservare tutti i vicini di tavolo: due uomini italiani che ordinano i migliori piatti di pesce e che sul tavolo hanno... la Guida (colleghi in trasferta come me o gourmet letterati?); coppie di americani molto posati; coppie di americani più giovani che socializzano fra loro; una coppia italiana con la lei molto magra; una grande tavolata di argentini che arriva festante alle 22.25 e la cui allegria è spenta dall'annuncio che la cucina sta per chiudere - una scelta che negli italici alberghi mi stupisce sempre- e quindi l'offerta dei piatti è limitata), i palazzi illuminati e muti al di là del fiume sembrano vicini e misteriosi insieme.
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