Bottoncini con animelle e gamberi (elaborazione di un'immagine tratta dal Corriere Nazionale) |
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Firenze, Toscana – Il personale di sala si muove con tale nervosa rapidità fra i tavoli che nel passarmi accanto produce ogni volta una corrente d'aria che mi fa venire la pelle d'oca sulle braccia lasciate scoperte dal vestito. Calma calma, siamo tutti qui per restare. E degustare filetto di carne chianina cruda con zabaione, chupa chups di fegatini con gelati di cipolla rossa e prugna, bottoncini di pasta con animelle e gamberi del Tirreno, porchetta e rete di maiale, mimosa al frutto della passione. E Brunello di Montalcino. Gli agnolottini con animelle e gamberi sono il piatto che più mi piace (poi lo trovo segnalato anche sulla Guida) seguiti a ruota dalla porchetta, mangiata con tale lentezza che tra il ritiro del piatto vuoto e l'arrivo del dolce (pre-dessert non pervenuto) passano non più di dieci secondi. Forse Abdul Hoque, protagonista della bella storia che dal natio Bangladesh, alla spiaggia di Porto Recanati (dove vendeva accendini e braccialetti e conosceva la chef di questo ristorante) lo vede approdare in cucina, prima come lavapiatti e poi su su fino a cuoco di partita, mi aspettava al varco da un pezzo (in realtà lui è l'artefice dei primi piatti).
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