- Torino, Piemonte – Alla fine del pranzo il mio unico desiderio è svenire in pace sulla poltrona col viatico di un bicchierino di grappa. E invece ecco appare il cuoco che sin dal dolce minacciava di accompagnarmi a visitare la terrazza panoramica del ristorante. Non ha mangiato cinque portate, lui... Prima di alzarmi pago il conto e cerco una banconota per la mancia. Il cuoco scalpita (che ci sarà mai fuori, un tirannosauro di ghiaccio da cui zampilla Barolo chinato?), frugo nel portafogli e trovo solo un biglietto da 20 euro. Lascio la spropositata mancia (prova provata che sono in coma) e approdo sulla terrazza. Non solo è spoglia e chiazzata da pozzanghere d'acqua di una recente pioggia, ma offre lo stesso identico panorama che ho visto dall'ampia finestra accanto al tavolo durante le due ore e mezza del pranzo. Come previsto, sarebbe stato meglio un ozio distillato.
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
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Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
domenica 9 settembre 2012
Occhio, grappa e mancia
"L'occhio... rivela le meraviglie di cui l'essere umano è circondato..." Brillat-Savarin
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