- Rivoli, Piemonte – A metà pomeriggio, nel mezzo di un'intervista con lo chef che in realtà è una chiacchierata che in realtà è un simpatico monologo, lui mi prende per mano e mi porta fuori. Oltrepassiamo il giardino ("Una volta non avrei calpestato quest'erba..." sussurra) e arriviamo a un portico che fronteggia la vetrata della lunga sala ristorante. "La sera, a fine servizio, vengo qui, mi accendo una sigaretta e osservo le persone ai tavoli, soprattutto i tavoli <importanti>. Da come mangiano, io capisco". Critici, gourmet assortiti e maniaci della fotografia clandestina dei piatti col cellulare sono avvisati.
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