Firenze, Toscana - Dopo la prenotazione avevo cercato sul web immagini del ristorante e nel vedere questo scorcio della sala, con la poltrona in velluto rosso accostata al tavolino rotondo ben apparecchiato circondato da tavoli gemelli, avevo sperato di poter cenare seduta proprio lì. Non avevo fatto alcuna richiesta particolare, perché non avrei saputo come descrivere la posizione di quel tavolo, mi ero limitata a prenotare con una settimana di anticipo. Fatto sta che domenica sera, all'arrivo al ristorante, mi accompagnano proprio al mio tavolo dei desideri, con poltroncina rossa, bicchieri e tovaglia a tono, candelabro d'argento con tanto di fiammella accesa. Non a quello d'angolo e neanche nella sala piccola, no no, proprio nella sala principale e al bel tavolo centrale che avevo visto in fotografia. E ho anche la vista sulla cucina, e mangio pure bene, e i vicini di tavolo (quello d'angolo a sinistra) sono anche simpatici (mica come le due del tavolo di destra) e finita la cena ci fermiamo a parlare per due ore bevendo chi tisana chi amaro chi grappa. Il tavolo dei desideri.
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
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venerdì 16 novembre 2012
Il tavolo dei desideri
"...io sento... una doppia riconoscenza..." Brillat-Savarin
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