Frittelle di baccalà, Rezzano, Sestri Levante © Brillante-Severina |
Sestri Levante, Liguria - Pago il conto e una serata che era già stata intensamente gourmet si evolve in una piacevole chiacchierata con i proprietari del ristorante (una coppia e la figlia) e un giovane cuoco. Mica in piedi come un prolungato congedo, siamo seduti comodi e parliamo di cucina e di ristoranti e di terre e genti di Liguria, Piemonte, Roma... Non mi chiedono chi sono o cosa faccio, né hanno l'aria di voler serrare il locale solo perché la cucina ha ormai chiuso. Dopo un bel po' salta fuori che loro abitano vicino al mio hotel e visto che si sono fatte le due, chiudono e mi accompagnano. E forse perché non piove più o forse perché certe serate si vorrebbero senza fine, a metà strada entriamo in un bar e ordiniamo un ultimo giro. Si unisce un loro amico che si scopre essere il proprietario dell'albergo dove ho la stanza e che mi guarda alquanto stupito quando gli descrivo il rito della fotografia delle scarpe accanto alle tende (leggere qui >>). Alle tre ci salutiamo tutti e ci separiamo.
Tra quelli ai quali ho descritto la serata, nessuno ha apprezzato la descrizione del menu o la cordialità (ossia i lati positivi), hanno quasi tutti insinuato che, sospettandomi giornalista, i ristoratori abbiano voluto compiacermi. A me piace credere ancora nell'accoglienza e nei doni del caso. Dopo due treni, il taxi e l'albergo che nessuno mi rimborserà, il tempo piovoso, due pigri giorni di fine inverno in un paese di poche anime e quasi tutte intente a leccar gelati, ho ricevuto accoglienza cordiale e ho consumato un'ottima cena. La felicità è una roulette, la pallina a volte si ferma sul balcone con vista baia o su una frittella di baccalà che non gronda unto ma solo umana simpatia, in un ristorante il cui scopo non è darti da mangiare e poi mandarti via, ma anche condividere. Concetti da spiegare ai tripadviseristi.
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