Grappa © Brillante-Severina |
Lunedì nevica, quindi niente, martedì si deve sciogliere la neve e ancora niente. Mercoledì sera in viaggio nella sera umida di pioggia verso la sconosciuta Capriata d'Orba. Il difficile non è arrivare, ma sopravvivere ai percorsi impossibili "suggeriti" dal navigatore, che infatti mi fa scollinare inutilmente su una strada stretta e tutta curve. Il locale è in una bella piazza dove c'è tutto: municipio, palestra di box, chiesa e un'altissima torre medievale, oggi campanaria, sulla quale nel Medioevo quando arrivavano quei barbari dei barbari veniva acceso un fuoco per avvisare i paesi vicini. Accoglienza molto gentile in una sala rustica dove la legna nel camino scoppietta solo per me. Buoni agnolotti a culo nudo, nel vino e al sugo e appetitosi salamini di mucca di Mandrogne. Il ritorno è più facile, anche se una deviazione imprevista mi fa attraversare la deserta zona industriale novese illuminata a giorno. Giovedì cena in Lomellina. La cameriera accoglie me le la mia amica dicendo che la nostra prenotazione non le risulta. Solo dopo aver parlato apre l'agenda e invece eccola lì. E comunque il ristorante è vuoto, quindi la frase di "benvenuto" è proprio da rivedere. Non so cosa mi aspettavo dalla zuppa di gamberi di fiume, ma ci trovo poco. La quaglia scomposta è divertente ma sono più appetitose le arborelle fritte che non ho ordinato. Venerdì un amico mi invita a una cena-degustazione nella quale forse non c'è neanche posto ma no grazie. Sabato merenda con bignè giganti nella pasticceria di Pavia di Strada Nuova con quasi vista su Ponte Vecchio. Domenica, a Savigliano, cavalli ed estinti condottieri affrescati, gipsoteca con grandi statue preparatorie di monumeni sparsi per l'Italia e buon pranzo in un ristorante che sarebbe pacificamente immerso nella campagna (entrando nella strada delimitata da alberi vedo uno scoiattolo!) se non fosse per certi capannoni industriali. Alla fine la grappa ha la riposante trasparenza dell'acqua.
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