Anolino © Brillante-Severina |
Da qualche parte, in Piemonte - Ieri sera l'avevo presa bene, ma oggi sento la delusione a scoppio ritardato. Dovrei essere qui a scrivere la scheda del miglior ristorante che mi era stato assegnato quest'anno dalla Guida e invece mi ritrovo a fare la cronaca dell'assurdo. Avevo telefonato al ristorante stellato, cappellato, gamberato e quant'altro martedì, prenotando un tavolo per giovedì. Sono sicura del giorno perché a partire da venerdì avevo fissato altri impegni e non mi sarebbe quindi stato possibile andare nei luoghi dove il locale si crogiola. Ero partita da casa verso le 19.00 e mentre guidavo in autostrada, con il pieno di benzina, abito e scarpe eleganti e il soprabito delle grandi occasioni, pensavo a quanto fosse strano andare in quel ristorante tanto desiderato (lo chiedevo da anni e non mi era mai stato assegnato) in una serata fredda e piovosa, ma già pregustavo i piatti che avrei scelto, dal piccione in crosta di tartufo ai gamberi viola con misteriosa salsa di corallo all'agnolotto di faraona alla trippa all'amatriciana e i vini che il sommelier avrebbe abbinato. Alla meta ero arrivata alle 20.40, trovando il solito silenzio che protegge i piccoli paesi all’ora di cena, e nonostante la pioggerella che iniziava a cadere più fitta, avevo approfittato degli ultimi momenti di luce per scattare una fotografia a quello che mi era sembrato il più brutto campanile mai visto. Alle 20.50 ero ritornata davanti all'ingresso del ristorante ma il cancello era ancora chiuso. Il primo pensiero era stato che quello non fosse l'ingresso giusto. Non era strano trovare un'inferriata sbarrata e neanche un campanello o un citofono? Finalmente trovavo un passante, un uomo anziano, e gli chiedevo lumi. Lui rispondeva che si, di solito vedeva le persone entrare da lì (come a dire che lui in un posto così non era mai stato) ma che quella sera, a giudicare dalle luci spente, gli sembrava chiuso. Rispondevo che non era possibile, perché avevo prenotato, io, tzè. Cercavo il foglio col telefono e chiamavo.
- "Buonasera, sono XX, ho una prenotazione per questa sera ma vedo il cancello chiuso..."
- "Ha una prenotazione per oggi? Non è possibile..."
- "Ma si, le assicuro."
- "Non può essere."
- "Ma... è il ristorante YY?"
- "Si. Quando ha prenotato?"
- "Qualche giorno fa, subito dopo la vostra riapertura, mi pare di riconoscere la voce, ha preso lei la telefonata..."
- "Si, mi ricordo, ma l'ho segnata per venerdì."
- "Ma era per giovedì... e sono qui davanti..."
- "Questa sera non avevamo prenotazioni e, non vedendo arrivare nessuno, venti minuti fa abbiamo chiuso e siamo andati via..."
- "..."
- "Sono davvero mortificato, in tanti anni non mi era mai successa una cosa simile ed essendo il titolare non posso prendermela con altri che con me stesso… la prego di scusarmi e di accettare di venire un'altra volta, mia ospite."
- "Bravo, se mi lascio offrire una cena da un ristoratore il Direttore della Guida mi butta fuori" penso, e invece dico: "Tornerò sicuramente, ma non è necessario che lei mi offra la cena..."
- "Mi sembra il minimo... Scusi ancora… Buonasera."
Click.
Rimanevo ancora un po' davanti al cancello, pensando a quante persone negli anni lo avevano trovato aperto e varcato e goduto di quello che avevo immaginato. Non riuscivo ancora ad allontanarmi, indecisa se credere come vero quello che era appena successo e che nemmeno a me era mai accaduto, né in dieci anni di collaborazione alla Guida né nella mia più vasta carriera di gourmande. Mezz'ora dopo ricevevo sul cellulare da cui avevo chiamato il ristorante un lungo sms dello chef con sincere scuse, senso di colpa e rinnovato invito a essere sua ospite qualunque giorno, anche l'indomani ...continua
- "Buonasera, sono XX, ho una prenotazione per questa sera ma vedo il cancello chiuso..."
- "Ha una prenotazione per oggi? Non è possibile..."
- "Ma si, le assicuro."
- "Non può essere."
- "Ma... è il ristorante YY?"
- "Si. Quando ha prenotato?"
- "Qualche giorno fa, subito dopo la vostra riapertura, mi pare di riconoscere la voce, ha preso lei la telefonata..."
- "Si, mi ricordo, ma l'ho segnata per venerdì."
- "Ma era per giovedì... e sono qui davanti..."
- "Questa sera non avevamo prenotazioni e, non vedendo arrivare nessuno, venti minuti fa abbiamo chiuso e siamo andati via..."
- "..."
- "Sono davvero mortificato, in tanti anni non mi era mai successa una cosa simile ed essendo il titolare non posso prendermela con altri che con me stesso… la prego di scusarmi e di accettare di venire un'altra volta, mia ospite."
- "Bravo, se mi lascio offrire una cena da un ristoratore il Direttore della Guida mi butta fuori" penso, e invece dico: "Tornerò sicuramente, ma non è necessario che lei mi offra la cena..."
- "Mi sembra il minimo... Scusi ancora… Buonasera."
Click.
Rimanevo ancora un po' davanti al cancello, pensando a quante persone negli anni lo avevano trovato aperto e varcato e goduto di quello che avevo immaginato. Non riuscivo ancora ad allontanarmi, indecisa se credere come vero quello che era appena successo e che nemmeno a me era mai accaduto, né in dieci anni di collaborazione alla Guida né nella mia più vasta carriera di gourmande. Mezz'ora dopo ricevevo sul cellulare da cui avevo chiamato il ristorante un lungo sms dello chef con sincere scuse, senso di colpa e rinnovato invito a essere sua ospite qualunque giorno, anche l'indomani ...continua
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