© Brillante-Severina |
"...per trasportare da un paese all'altro tutto ciò che merita di essere conosciuto..." Brillat-Savarin
Una località balneare del Ponente Ligure - Dopo il pranzo al ristorante e prima di risalire sul treno che mi riporterà in Piemonte ho circa un'ora. Esco sulla strada, giro a destra (sempre la prima a destra si deve prendere, no?) e inizio a percorrerla. Una chiesa, qualche negozio di abbigliamento ancora chiuso, agenzie immobiliari, gelaterie anonime, una serie di bar con i tavoli all'aperto occupati da uomini in età ma anche giovani (donne non pervenute). Potrebbe essere un paesino di provincia lombardo o piemontese se non fosse per le cartoline esposte nelle tabaccherie, estrogenate messaggere di una Liguria standard, distillata in monotone spiagge e ombrelloni e pseudo spiritosi piedoni coperti di sabbia. Non una che ritragga un'antica fortezza, una roccia conquistata dalle impavide agavi giganti, una vigna terrazzata, un monumento qualunque o anche solo le serre di fiori diffuse nella regione. Torno verso la stazione e cerco il sottopassaggio per vedere da vicino il mare. Non lo trovo e non insisto, immaginando le spiagge ormai colonizzate dagli stabilimenti balneari e dalle pallide nudità dei vacanzieri precoci. Ritorno sui miei passi verso il pavimento in graniglia arancione con decori Liberty (e sedie in plastica di rara bruttezza) della sala d'attesa. Quest'ora senza trama e senza finale non mi ha regalato il mare, ma le graziose onde spumose disegnate dalla grechina di un'eleganza d'altri tempi.
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