- Langhe, Piemonte – Un giovane cameriere asiatico si avvicina al tavolo chiedendomi se gradisco un aperitivo. "Molto volentieri" rispondo, pregustando il solletico delle bollicine sul palato mentre la vista si perde sulle curve delle colline appena scalate per arrivare al ristorante. Lui inizia a sciorinare l'elenco delle numerose etichette disponibili ma, tra il fatto che pronuncia tutte le "erre" come "elle" ed è forse un po' emozionato (i corti capelli neri sono ritti sulla testa come la pelliccia di un gatto che abbia visto un quadrupede di razza canina), non capisco niente di quel che dice. Finisco per scegliere l'unico nome che nella tartara lista mi sembra di riconoscere. E mi sembra male, perché arriva una bottiglia diversa da quella che mi aspettavo ma che comunque accetto perchè il ragazzo è gentile e sollecito. Che sia una nuova tecnica di persuasione occulta, frutto della fusione dei cervelli degli uffici risorse umane e marketing?
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
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