- Tra Alessandria e Lomellina – Dire che sta piovendo non rende l'idea. Sono in corso le prove per il Diluvio universale atto II, è ora di chiusura delle acque aperte da Mosè, le cascate del Niagara sono in trasferta in Lomellina. L'acqua cade dal cielo a secchiate, ci guido in mezzo e non riesco a trovare il ristorante. Arrivata al grande ponte sul Po, quando il cielo era già carico di nuvole nere in vantaggio sul tramonto, avrei dovuto trovare sulla destra il cartello per il ristorante ma non era dove lo ricordavo (manco da questi luoghi, senza rimpianti, dall'adolescenza e ci voleva la Guida per farmici tornare). Tempo di percorrere tutto il ponte e trovare uno spiazzo per tornare indietro, il cielo si è fatto buio e ha iniziato a piovere forte, fortissimo. A una rotonda mi fermo, proprio mentre arriva l'unico automobilista gentiluomo del globo che insiste per darmi la precedenza, uff... riparto, giro intorno alla rotonda un paio di volte prima di ritentare la via del ponte. Il navigatore è vigliaccamente muto. Intravedo il cartello (è sulla sinistra, ecco perché prima mi era sfuggito) e mi infilo nella stradina che porta all'argine dove l'ex baracca di pescatori è stata trasformata in elegante chalet-ristorante di baffuti pesci d'acqua dolce. Curve, fitta vegetazione, fifa... come vorrei essere a casa, seduta in poltrona in ciabatte davanti alla televisione ad addentare un panino gommoso ripieno di tonno finto! Invece sono in un tornado, guido quasi alla cieca in cerca dell'ittico mondo di Oz e senza neanche il conforto di un paio di scarpette argentate. Luci in fondo alla strada, è il parcheggio del ristorante. Nel momento esatto in cui spengo il motore, smette di piovere. La strega dell'Ovest deve essersi addormentata o sta giocando a briscola con Murphy, meglio entrare alla svelta ...continua
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