Fotografia © Brillante-Severina |
- Saluzzo, Piemonte – << Prologo Scendere verso la via principale di Saluzzo era stato più facile di quanto sia ora risalire verso San Giovanni. Ho il fiatone e il cuore che batte a mille quando finalmente entro nella reception dell'hotel e annuncio: "Riservatemi un tavolo al ristorante". Se ho davvero smaltito l'impegnativo pranzo non lo so, e magari l'aperitivo non ha aiutato, di sicuro non ho voglia di trascorrere la serata nella stanza-cella monacale. Per la cena avevo comprato un vestito in voile, ma quasi niente va sempre come previsto. Il ristorante del resort è nella cantine dove i monaci conservavano le provviste ed è meglio un abito più pesante. Alle scarpe frivole però non rinuncio. Alle 20.50 scendo e chiedo dove si trova il ristorante. Mi indicano l'ascensore, "oppure può scendere le scale", aggiunge la receptionist, che non porta tacchi. Quando entro il cuoco sta parlando con due clienti che hanno finito la cena (sono appena le 21.00!) e il cameriere si occupa un po' rudemente di due coppie di straneri che invece vorrebbero essere coccolati. Io ordino un bicchiere di Nebbiolo, un'insalatina di coniglio ed erbe e poi goduriosi gnocchi di formaggio al Castelmagno. Non riesco a ingurgitare altro. Quando il cuoco passa per un giro fra i tavoli mi chiede se ho scelto il dolce. No, ma sto scegliendo una grappa. "Complimenti!" risponde stupito come se gli avessi detto che ricomincio con gli antipasti. Mi prende in giro? Boh... Mentre centellino i miei sette euro di grappa invecchiata facendola durare il giusto (la sala, pur essendo bella, ha un'aria fredda che non invita a indugiare), noto che il cuoco mi guarda dalla vetrata della cucina. Crediamo che la cucina a vista sia fatta per osservare chi ci sta dentro e invece sono loro a godersi lo spettacolo e noi siamo lo spassoso zoo ...continua
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