- Torino, Piemonte - Mentre il cielo sopra Torino minaccia tempesta, entro nella sala, non di un ristorante, ma del teatro Gobetti. Sono venuta a piedi, passando per la confetteria di piazza San Carlo dove ho raccolto bonbons alla frutta come margherite. Guscio caramellato da frantumare piano per arrivare senza far rumore al cuore gommoso di marmellata, mentre sul palcoscenico Valter Malosti, luciferino e misurato malgrado la camicia fucsia, inizia a recitare la seduzione di Venere al ritroso Adone. Le caramelle sono altrettanto seducenti e la mano continua a cercarle nel buio, senza che orecchi e occhi si distraggano dalla scena, in una fusione totale con lo spettacolo. Gusto limone "ti mostra acerbo, eppure da gustare", gusto cannella "lui rosso di vergogna, e dentro un ghiaccio", gusto uva "povero uccel, ch'uva dipinta inganna, e ingozza l'occhio, mentre affama il ventre", gusto liquirizia "t'aliterò fiato celeste", gusto latte e fragola e la camicia di Adone vola via per mostrare il petto candido e liscio, gusto cocco "un bianco più che bianco al lino insegna", gusto ciliegia "la porta di rubino ancora s'apre", gusto arancia "tocca col tuo bel labbro il labbro mio", gusto mela "sarò il tuo parco... bruca ove vuoi", gusto pera "che banchetto mai saresti al gusto". Improvvisamente Malosti attira a sé il giovane Adone, gli fa voltare la schiena al pubblico e senza preavviso gli tira giù i pantaloni. Collo, schiena, natiche, cosce fanno una breve quanto abbagliante apparizione prima che il buio ne copra il pallore con pudore. "Gustato il cibo, bellezza posseduta, profumi l'erba, l'albero dia frutti".
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
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lunedì 7 maggio 2012
Acerbo, eppure da gustare
“...il buongusto versa ai letterati a piene mani i più dolci favori." Brillat-Savarin
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