Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
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lunedì 28 aprile 2014
venerdì 11 aprile 2014
A cena con l'uomo di terracotta
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La crème qui doucement... te strozze
"Sono stati inventati piatti così attraenti […] e che sono insieme così leggeri da accarezzare il palato senza aggravare lo stomaco." Brillat-Savarin
Torino, Piemonte - Eccola servita in tavola, la crema di insalate. La presentazione è originale, ma anche una sfida al galateo della posata; infatti per arrivare alla soupe fraîche bisogna prima rompere la sottile tegola caramellata posata sulla zuppiera e sormontata da una corona di misticanze, mirtilli, mezzo asparago e una quenelle di panna al limone e pino mugo.
Frantumo, mescolo e affondo.
Ingollo una cucchiaiata di fior fiore del primaverile orto liquido e la crema scende morbida, fresca e arrendevole giù per il gargarozzo... finché un coriandolo di tegola caramellata si ribella a un destino di scioglievolezza, mi si appiccica alla gola come un francobollo alla busta e quasi mi strozzo mentre a furia di deglutire affannosamente, raspare e tossire (ma con discrezione, perché ci manca solo che a qualche vicino di tavolo venga l'idea di farmi la manovra di Heimlich) lo convinco ad andarsene per la sua strada esofagea.
A parte questo piccolo incidente di trangugio e la personale conclusione che le tegole cadono non solo sulla testa, tutto bene.
Torino, Piemonte - Eccola servita in tavola, la crema di insalate. La presentazione è originale, ma anche una sfida al galateo della posata; infatti per arrivare alla soupe fraîche bisogna prima rompere la sottile tegola caramellata posata sulla zuppiera e sormontata da una corona di misticanze, mirtilli, mezzo asparago e una quenelle di panna al limone e pino mugo.
Frantumo, mescolo e affondo.
Ingollo una cucchiaiata di fior fiore del primaverile orto liquido e la crema scende morbida, fresca e arrendevole giù per il gargarozzo... finché un coriandolo di tegola caramellata si ribella a un destino di scioglievolezza, mi si appiccica alla gola come un francobollo alla busta e quasi mi strozzo mentre a furia di deglutire affannosamente, raspare e tossire (ma con discrezione, perché ci manca solo che a qualche vicino di tavolo venga l'idea di farmi la manovra di Heimlich) lo convinco ad andarsene per la sua strada esofagea.
A parte questo piccolo incidente di trangugio e la personale conclusione che le tegole cadono non solo sulla testa, tutto bene.
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martedì 1 aprile 2014
Pantheon e prezzemolo
Roma - Attraversi piazza del Pantheon e rimani incastrato, come prezzemolo fra i denti, nei souvenir fotografici di tutti i continenti.
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