- Colline astigiane, Piemonte - Il ristoratore mi ha presto inquadrata, donna sola a pranzo, accento foresto, fisico non proprio da cantante lirica, dunque di debole appetito. Con un sorrisetto da scimmia mi recita solo i primi piatti del menu ("dopo l'antipasto vediamo se vuole altro") e aggiunge magnanimo che se voglio un bicchiere di vino "non c'è problema". Scommetto che a Raspelli queste cose non succedono, penso stirando le labbra in un sorriso. Per cominciare voglio tutti gli antipasti, poi una porzione generosa di taglierini al ragù e come secondo il fritto misto alla piemontese, non meno di dieci pezzi. Quanto al vino, ammesso che esista una carta ("gliela porto subito"), prendo una bottiglia di Barbera. Un digestivo? Se proprio non c'è la grappa va bene anche quello, ma non aspettatevi che dopo aiuti una mucca a partorire.
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
martedì 13 marzo 2012
Il pranzo frugale di Orazio
“…ho spesso pensato che mi sarebbe piaciuto assistere al pranzo frugale che Orazio destinava al vicino invitandolo… ossia: un buon pollastro, un capretto (certo grassoccio) e per frutta uva, fichi e noci." Brillat-Savarin
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