"Si chiama selvaggina o cacciagione il complesso di quegli animali mangiabili che vivono allo stato di libertà naturale nei boschi e nelle campagne." Brillat-Savarin
Piemonte - ristorante in Alta Val Borbera - È un gruppo di 5 uomini di età assortite. Sono amici dei proprietari del ristorante, un locale arroccato su un belvedere della Val Borbera. Sono allegri e simpatici, ma senza quelle virili esagerazioni talvolta esibite dai maschi in congedo dalle mogli. I vicini di tavolo ideali.
“Siamo venuti a mangiare la lepre” annunciano con cordialità alla proprietaria e mentre lei sbianca e va a dare la lieta novella in cucina, i magnifici cinque cominciano a interrogarsi su chi fra loro abbia telefonato per avvisare. Risulta che non solo nessuno ha annunciato che quel giorno sarebbero andati a mangiare la lepre regalata al cuoco qualche tempo prima, ma che non è neanche stata fatta la prenotazione del tavolo! Ognuno pensava l’avesse fatta l’altro ed eccoli lì, piegati in due dal ridere (anch’io, che sento tutto, non posso fare a meno di ridacchiare) e a dirsi: “Ma come siamo messi fra tutti?!?”
Intanto dalla cucina (dove l’annuncio della degustazione della lepre aveva nel frattempo gettato nel panico tutto lo staff, visto che la prenotazione non era stata annotata e nessuno aveva disturbato il sonno della bella addormentata nel frigo) esce il giovane cuoco con faccia costernata e pronto alla pubblica umiliazione. Quando gli amici gli spiegano che sono loro in errore per essersi dimenticati di prenotare, il ragazzo è visibilmente sollevato e scherza anche lui: “Mi avete fatto venire un colpo! Credevo di dover tirare il collo a un coniglio o a un gatto per cavarmela!”
Sorrido… o forse no, guardando le costolettine d’agnello appena spolpate che ho ordinato nonostante la proprietaria avesse tanto insistito sul maialino affumicato.
“Siamo venuti a mangiare la lepre” annunciano con cordialità alla proprietaria e mentre lei sbianca e va a dare la lieta novella in cucina, i magnifici cinque cominciano a interrogarsi su chi fra loro abbia telefonato per avvisare. Risulta che non solo nessuno ha annunciato che quel giorno sarebbero andati a mangiare la lepre regalata al cuoco qualche tempo prima, ma che non è neanche stata fatta la prenotazione del tavolo! Ognuno pensava l’avesse fatta l’altro ed eccoli lì, piegati in due dal ridere (anch’io, che sento tutto, non posso fare a meno di ridacchiare) e a dirsi: “Ma come siamo messi fra tutti?!?”
Intanto dalla cucina (dove l’annuncio della degustazione della lepre aveva nel frattempo gettato nel panico tutto lo staff, visto che la prenotazione non era stata annotata e nessuno aveva disturbato il sonno della bella addormentata nel frigo) esce il giovane cuoco con faccia costernata e pronto alla pubblica umiliazione. Quando gli amici gli spiegano che sono loro in errore per essersi dimenticati di prenotare, il ragazzo è visibilmente sollevato e scherza anche lui: “Mi avete fatto venire un colpo! Credevo di dover tirare il collo a un coniglio o a un gatto per cavarmela!”
Sorrido… o forse no, guardando le costolettine d’agnello appena spolpate che ho ordinato nonostante la proprietaria avesse tanto insistito sul maialino affumicato.
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