- Pavia – Da alcuni mesi avevo notato l'apertura di un nuovo bar vicino a corso Garibaldi, tra le mie vie pavesi preferite. Oggi avevo deciso di andarci, per godermi un aperitivo con vista su chiesa sconsacrata offerto dai tavoli esterni. Entro e chiedo alla giovane cameriera se posso sedermi fuori a uno dei posti che vedo liberi. A quanto pare però sono riservati. Alla domanda "Quanto tempo si fermerebbe?", anche se è posta in buona fede e nel tentativo di accontentarmi, saluto e giro i tacchi delusa. L'aperitivo veloce per lasciar posto ai prossimi, grazie no.
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
sabato 30 luglio 2011
Speed aperitif
“...i veri amatori centellinano il vino... perchè a ogni sorso, quando si fermano, hanno l'intera somma di piacere che avrebbero provato se avessero inghiottito il bicchiere d'un tratto.” Brillat-Savarin
venerdì 15 luglio 2011
Elogio delle drogherie
“...i cibi siano scelti ottimamente...” Brillat-Savarin
- Roma – Nel febbraio del 2006 mi sono trasferita a Roma per un lavoro in un'agenzia pubblicitaria. Durante la settimana gli orari erano impossibili e non avevo mai tempo per la spesa, ma il sabato, che per me è sempre stato un giorno sacro, andavo a fare scorta di "cibi buoni". O quasi. Una delle mie mete preferite era Castroni (quello in via Cola di Rienzo, il più fornito) dove ad attirarmi erano soprattutto le coloratissime scatolette di latta o cartone che custodivano prodotti provenienti da paesi esotici e lontani. Spesso il contenuto si rivelava talmente deludente (ricordo ancora certe amarognole foglie di vite della Grecia con un ripieno insipido) che a un certo punto iniziai a comperarle solo per adornare la dispensa, alla quale i colori accesi davano allegria. Una scatola gialla con un gambero rosso disegnato sopra prometteva nuvole al profumo di crostacei, una latta turchese custodiva nordiche aringhe, vasetti dai tappi color cipria imprigionavano patè di bosco, cortile e mare. Il fatto che quelle confezioni fossero sempre intatte e disponibili costituiva un sogno, una promessa di sapore, che non era obbligatorio mettere alla prova.
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