Montà d'Alba, Piemonte - Leggo la notizia mentre sono a tavola, all'ultimo piatto di un impegnativo menu degustazione di sei portate molto poco mignon e altrettanti vini abbinati. Leggo su twitter che la signora Rita Levi Montalcini è morta. Alzo gli occhi dal twitt e arriva il sommelier a versare lo spumante da abbinare al tortino di cioccolato e arancia candita. Forse anche per effetto delle tante mescite che hanno preceduto questa, gli dico che quel bicchiere lo dedico a una grande donna che si è spenta. Come un faro.
Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
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domenica 30 dicembre 2012
Si è spenta, come un faro
"La morte è l'interruzione assoluta delle relazioni di senso e l'annientamento assoluto delle forze vitali..." Brillat-Savarin
sabato 22 dicembre 2012
Corpo saporoso
Pandoro "Nuvola" di Ghigo, Torino © Brillante-Severina |
Brillat-Savarin
Torino, Piemonte - So che suona strano, ma stare in coda mi piace, in macchina permette di osservare il paesaggio (e la fauna umana) circostante, nei negozi di alimentari dà il tempo di scegliere con calma. Sono appunto in paziente attesa che arrivi il mio turno per aggiudicarmi una "Nuvola" di Ghigo (un burroso pandoro ricoperto da un generoso strato di zucchero a velo che, complice la forma non perfettamente simmetrica, lo fa sembrare una nuvola) quando una signora arrivata dopo di me si accaparra la commessa libera per ordinare un dolce. Ora, va bene che mi piace stare in coda, però farmi sorpassare con astuzia è altro discorso. Penso a questo e lo sguardo che poso sulla signora non deve essere dei più amichevoli. Infatti mi chiede se per caso mi è passata avanti. "Visto che deve solo prenotare un panettone mentre io lo devo acquistare, faccia pure" rispondo magnanima, ma lei si offende perché no, e poi no, passare davanti agli altri non è nel suo stile (strano, l'ha appena fatto e con allenata disinvoltura). La commessa retrocede dalla sua prenotazione al mio acquisto ma ho l'impressione che lo faccia con sufficienza, come se io fossi una seccatura della quale liberarsi (più probabilmente non ne può più di incartare, infiocchettare e imbustare Nuvole). La ciliegina è il proprietario della pasticceria, che accoglie alla cassa vestito alla Montezemolo ma che se gli chiedi la fattura per la Nuvola (poco etereamente venduta a 30 euro al kg) perde ogni eleganza e ti guarda come una mentecatta. Per il secondo anno ho acquistato la Nuvola, nonostante il contorno di tuoni e fulmini.
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lunedì 10 dicembre 2012
Giurin giurato
"...la simpatia... sentimento di preferenza che trascina due oggetti l'uno verso l'altro."
Brillat-Savarin
Brillat-Savarin
Oltrepo pavese, Lombardia - Accetto di partecipare a una giuria enogastronomica credendo di raccogliere nei tre giorni di "lavori" chissà quali aneddoti. A casa porto soprattutto un mazzo di biglietti da visita degli altri giurati (per lo più food blogger affamati di collaborazioni, pochi autorevoli autori di altre enogastroguide e un solo altro autore della Guida) che per tutto il tempo mi hanno quasi ignorata e l'ultimo giorno, prima di andarsene, mi hanno ammollato il loro bigliettino pensando forse che in questo consistano le PR. Ricambio il meno possibile e archivio tutto scrupolosamente... nel cestino della carta.
mercoledì 5 dicembre 2012
Patella (anti)aderente
Brillat-Savarin
Il nuovo autore è un simpaticone. Alla riunione annuale della Guida, rito per me sacro, non contento di sgomitare, di attaccarsi al capo regione come una patella allo scoglio, di nominare continuamente l'ex direttore della Guida (notoriamente inviso all'attuale Direttore), di non trovare una parola di elogio alla richiesta di parere sull'attuale veste grafica, di ignorare i ristoranti fuori della sua provincia ecc., quando alla fine dei lavori gli si propone di unirsi al gruppo per un veloce e frugale pranzo (momento molto simpatico al quale, va detto, anche alcuni autori di lungo corso non partecipano mai), accetta affermando: "tanto il treno che parte fra dieci minuti l'ho perso". Magari parte in ritardo, fai una corsa per provare a prenderlo, dai...
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martedì 4 dicembre 2012
Insonnia gourmet
"...il sonno è quello stato di ottusità in cui..."
Brillat-Savarin
Mi giro e mi volto nel letto senza riuscire ad addormentarmi. La mattina si è svolta la riunione annuale della Guida 2014 e ho già una piccola anteprima di ristoranti da visitare e recensire. Non vedo l'ora e faccio le pre-degustazioni mentali. Uno è il non plus ultra dello chic, ispirato allo stile chalet ottocentesco del regno dei Savoia, però svetta sui monti e devo aspettare il disgelo; l'altro fa gli agnolotti a "culo nudo" ma è imbriccato pure lui e quindi per ora niente; in questo potrei già andare la prossima settimana se non fosse per la scritta sulla home page del sito "Il ristorante è temporaneamente chiuso per problemi di salute riguardanti alcuni membri dello staff" che suona un po' come "Ci siamo auto intossicati, non venite"; di quell'altro ho saputo che... zzzzzzzzzzz
lunedì 3 dicembre 2012
Splendori e miserie di Platti
Platti - Torino © Brillante-Severina |
Torino, Piemonte - Platti è un luogo che la prima volta ti meraviglia (e anche la seconda, la terza...); è una pasticceria color meringa e oro, divanetti in velluto rosso e tavolini in marmo; è un posto molto torinese; è un locale storico che ho scoperto due tre anni fa; è la pasticceria dove, da allora, quando sono a Torino vado sempre a fare colazione seduta a un divanetto ma non sempre lo stesso; è un posto dove i quotidiani La stampa e Repubblica sono infilati nei bastoni di legno e appesi a gancetti per la libera lettura; è un posto dove dopo un mese che lo frequentavo la cameriera una mattina si è presentata col vassoio e ha deposto sul tavolo quello che avrei ordinato prima di ordinarlo; è un posto dove all'improvviso la cameriera brava e sveglia è sparita a favore di giovani (stagisti?) timidi e camerieri di mezza età talvolta scorbutici; è un posto dove un sabato mattina un uomo nervoso si è lamentato ad alta voce per il freddo della sala con l'incolpevole e costernato giovane cameriere; è una pasticceria dove la brioche vuota è molto buona e quella con la marmellata meno; è un posto dove gli uomini sono eleganti anche se talvolta il parrucchino è troppo corto e le signore non più giovani hanno lo stesso parrucchiere di Maria Antonietta; è un posto davanti alle cui vetrine stracolme di colorati dolci mignon e bottiglie di champagne staziona sempre un uomo con indosso un grande cartello che spiega perché chiede aiuto; è il posto dove una domenica mattina del 2011 una cliente abituale è andata in bagno e si è sparata in testa con una Smith&Wesson 38 special; è un posto aperto tutti i giorni e che un suicidio non basta a far chiudere neanche per un giorno; è il posto dove ogni tanto una vecchina ordina un caffè al tavolo e ci inzuppa furtivamente i biscotti portati da casa; è il posto dove la stessa vecchina, se stai leggendo il suo quotidiano preferito, ti punta finché non lo cedi; è il posto dove ho invitato genitori e amici e del quale ho parlato bene a tutti quelli che non ci ho ancora portato; è il posto dove un sabato di dicembre la cassiera (e proprietaria?) mi ha risposto male (se sulla carta è scritto che l'aperitivo analcolico costa 7,50 euro e alla cassa devo invece pagarne 9 perché mi è stato servito un neanche eccezionale analcolico "Platti verde", faccio notare che qualcosa nella comunicazione non ha funzionato); è un posto dove per un po' non sono tornata; è un posto dove dopo due mesi di astinenza sono tornata, con un po' di disincanto.
domenica 2 dicembre 2012
Meglio un coniglio oggi che...
"...il malcontento fu generale e tutti si lamentarono."
Brillat-Savarin
L'infermiera addetta al prelievo del sangue mi chiede di togliere la mantella con il collo di pelo (di coniglio), perché è vegana e contraria alla vivisezione. Lei può mangiare cactus in fiore e liane rampicanti pelose, non mi dà fastidio, però mi piacerebbe che facesse la stessa richiesta a chi entra in ambulatorio con una borsa griffata penzolante dal braccio piegato a uncino, perché ama gli esseri umani ed è contraria all'idea che lavorino senza diritti.
sabato 1 dicembre 2012
Faraone, ma non nell'aia
Statua di Ramesse II* in via Lagrange, Torino © Brillante-Severina |
- Firenze, Toscana – Chi ti incontro sabato sotto la pioggia in via Lagrange mentre vado alla riunione annuale della Guida? Il faraone Ramesse!
* (La statua originale si ammira al Museo Egizio di Torino, con la scenografia del premio Oscar Dante Ferretti)
* (La statua originale si ammira al Museo Egizio di Torino, con la scenografia del premio Oscar Dante Ferretti)
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