Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

sabato 23 marzo 2013

Baia del Silenzio

Baia del Silenzio, Sestri Levante © Brillante-Severina
"...non hanno fretta di allontanarsi dal luogo ove hanno ricevuto un'ospitalità cordiale..." Brillat-Savarin
Sestri Levante, Liguria - Sono arrivata da un'ora e piove. Scendo nel bar dell'albergo e sto per sedermi a un tavolo quando il cameriere mi dice che se preferisco c'è anche un salotto. Dopo esserci entrati non è difficile preferirlo. Si trova a livello del bagnasciuga, è arredato con divani e ampie poltrone in colori neutri e sulla parete di fondo grandi vetrate ad arco affacciano sulla Baia del Silenzio. Cielo nuvoloso e pioggia tengono lontani gli accaniti della spiaggia e accentuano l'atmosfera romantica del luogo e del momento, deserto e silenzioso, come sotto un incantesimo. Sprofondo nella poltrona color corda dalla quale si vede la punta della baia che fa da piedistallo al convento dell'Annunziata abitato dai domenicani dalla seconda metà del 1400 fino alla fine del 1700, quando Napoleone presenta lo sfratto. Vedo e sento le onde dell'insenatura venire a suonare la loro serenata frangendosi ai miei piedi, regalando dolcezza all'anima come scrisse Byron approdando in queste acque. Ordino un tè che arriva con biscotti buoni e graditi considerato che non ho pranzato. Tra mail e telefonate un'ora passa come un minuto, poi viene a prendermi un'amica che vive in Liguria, in una località vicina. L'idea di ancorarsi qui non la seduce (forse è meglio così, altrimenti di mia volontà non me ne sarei allontanata) e anche per me arriva lo sfratto.

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