Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

lunedì 31 ottobre 2011

Stereotipi

“…un certo indefinibile istinto ci avverte che altre rivoluzioni devono ancora avvenire.” Brillat-Savarin
- Liguria – È giugno, ho trascorso quasi tre ore in treno e alle 12.15 finalmente approdo nel paesino del Ponente ligure dove mi metto in cerca del ristorante nel quale ho prenotato un tavolo per le 13.00. Unico indizio: si affaccia sul mare. In giro non ci sono molte persone alle quali chiedere indicazioni (cartelli mai…). Fermo un gruppo di bagnanti che hanno tutta l’aria di aver appena lasciato la spiaggia, ma non lo hanno mai sentito nominare e anzi me lo sconsigliano (ma se non lo conoscete, e per giunta avete l’accento milanese!). Proseguo nell’esplorazione e chiedo a un ragazzo che è del posto, sa dov’è il locale e mi spiega come arrivarci. Lo ringrazio e mentre lo saluto lui fa:
- “In bocca al lupo!”
- “Perché gli auguri? Si mangia così male?”
- “No, ma… non vai per un colloquio di lavoro?”
Eh certo, alle 13.00 vado al ristorante tutta elegante per cercare lavoro, mica per mangiare…
- “No, vado a pranzo”
- “Ah scusa… credevo andassi a cercare un posto di cameriera”
- “…”
Alla fine trovo il ristorante, preceduto da una scalinata al termine della quale una ragazza in camicia bianca e pantalone nero mi aspetta (non ci sono altri clienti), mi accoglie con un sorriso e mi invita a scegliere il tavolo che preferisco. Mentre mangio antipasto, primo e secondo sul piacevole patio carezzato dalle onde e bevo una bottiglia di Vermentino, ripenso alla conversazione con l’oriundo. La vicenda me ne ricorda un’altra: una ricercatrice universitaria italiana va in un negozio per cercare un abito da indossare a un convegno straniero prestigioso e la commessa le chiede se vi parteciperà come hostess. “Sono la relatrice”, risponde lei.

sabato 29 ottobre 2011

Vibrazioni

“L’udito riceve, per mezzo dell’aria, le vibrazioni prodotte dai corpi rumorosi o sonori.” Brillat-Savarin
- Langhe, Piemonte - <Smetti di sparecchiare e prendi le ordinazioni…!!!!! I tavoli lasciali fare a lei… che non sa fare altro…> sono le parole che sento sbraitare un sabato a pranzo appena apro la porta, non di una bettola, ma di un elegante locale nel centro storico di Alba lodato dalle guide per il buon rapporto qualità (cucina firmata dalla mano virtuale di un grande chef bistellato e ambiente molto curato) - prezzo (impostazione da piola di campagna). Il periodo del tartufo rende la cittadina frenetica e affollata, percorsa da sciami di gourmet famelici e bramosi di aggiudicarsi un tavolo al quale divorare una pietanza spolverata del pregiato tubero. Mantenere i nervi saldi per i ristoratori non deve essere quindi facile. Ma io preferisco stare dalla parte dei gourmet, e delle donne, e degli indifesi e questa frase, urlata dal capocameriere dal bancone verso la sala oltrepassando la cortina di speranzosi gourmet in attesa, è davvero troppo. Seguo lo sguardo del capocameriere per individuare il suo bersaglio: una ragazzina dallo sguardo triste ma non ottuso, intenta a raccogliere briciole e stoviglie sporche, troppo giovane per gestire dei tavoli, troppo giovane anche per lavorare. Faccio dietro front (appena la bizzarra porta scorrevole che scorre quando le pare mi lascia uscire) e vado altrove. Non sono mai più tornata.

martedì 25 ottobre 2011

Molestie gourmet

“La sensibilità vigila per darci, mediante il dubbio, il segno di una lesione immediata.” Brillat-Savarin
- Alessandria, Piemonte – Supponi di lavorare come ufficio stampa in un’agenzia pubblicitaria. Il tuo capo sa che sei patita di ristoranti e che scrivi per una Guida, anzi forse ti ha assunta proprio pregustando il momento in cui ti chiederà: “Quali sono i prossimi ristoranti che devi andare a recensire?” Tu sei un po’ ingenua ma non ci caschi e rispondi con un elenco di locali che farebbero passare l'appetito a chiunque.... tranne che al tuo capo, il quale ti prega di avvisarlo quando andrai a visitare il prossimo, perché vuole accompagnarti. A cena, ovviamente.
Passa il tempo e naturalmente al ristorante ci vai senza dirgli nulla finchè lui torna alla carica. Tu hai voglia di andarci a cena quanto di andare dal dentista e tergiversi. Ma lui, che non vuole più sentirsi rispondere di no, ti chiede spazientito se non sei così provinciale e maliziosa da pensare che nell’andare a cena insieme ci sia qualcosa di male. Eh si, è proprio quello che pensi... 
Basta, se proprio non sai deciderti lo fa lui: domani sera, dopo il lavoro, si va nel primo ristorante che gli hai elencato l’altra volta. La tua domanda "Allarghiamo anche agli altri colleghi?" cade nel vuoto e quando chiedi consiglio a una collega che lavora in agenzia da più tempo di te, la geniale risposta è che se non ci vuoi andare devi dirlo. Credevo di averlo fatto!
A cena lui parla di lavoro, tu lo lasci monologare e ti concentri sull'unica cosa che ti interessa: il cibo. Ovviamente non ti fa avances di alcun tipo, così la prossima volta che ti costringerà ad accettare un nuovo invito potrà dirti: “Visto che l’altra volta non è successo niente di male?” e in men che non si dica ti ritrovi a sorbire queste cene almeno una volta al mese e se fosse per lui dovreste andare tutte le settimane in tutti i ristoranti della zona, mica solo in quelli da recensire (piuttosto mi metto a dieta!).
Mentre ti senti sempre più la protagonista di un film alla Billy Wilder ma -sospetti- senza lieto fine, arriva la sera fatale in cui dopo la cena lui ti accompagna alla tua macchina e tenta di baciarti. Tu scosti il viso, fingi di non essertene accorta e te ne vai in fretta e furia. Il giorno dopo in ufficio non succede niente, ma la sera a casa inizi a inviare il tuo cv. E fai bene, perchè il nuovo invito non tarda ad arrivare. Questa volta hai fondato motivo di rispondere di no e ti impunti.
Le richieste di uscire a cena si diradano, mentre aumentano le lamentele del capo nei confronti del tuo lavoro che tu però svolgi esattamente come prima, rimanendo in ufficio a lavorare anche per 10-11 ore al giorno senza aver mai visto un centesimo per gli straordinari... fino al giorno in cui lui ti chiama nel suo ufficio e ti spiega che a causa della crisi è costretto a ridurre il personale e deve fare a meno di te. 

domenica 23 ottobre 2011

Ritratti: ebbrezze

“Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i paesi e di tutti i giorni.” Brillat-Savarin  
- Langhe, Piemonte - A un tavolo accanto all’ingresso di una trattoria chiocciolata, due ragazzi in carne con simpatico accento romanesco cercano di far colpo sull'oriunda commensale bionda alzando i calici con generosa frequenza. Solo che prendono male la mira e dopo i primi bicchieri le risate virili si sentono fin dentro la cucina, mentre la piemontese, forse più abituata agli autoctoni vitigni, mantiene un divertito autocontrollo.

sabato 22 ottobre 2011

Febbre da tartufo bianco

Fotografia © Brillante-Severina

“Chi dice tartufo pronuncia una parola solenne...” Brillat-Savarin
- Alba, Piemonte – A pranzo in un ristorante che mi piace nel centro di Alba in periodo di tartufo bianco, ho la fortuna di essere circondata da stranieri che arrivano a tutte le ore e ordinano solo un piatto: tajarin con tartufo. Così io posso fare a meno di dissanguarmi con il pregiato tubero godendone il profumo quando il vassoio che ne contiene una collinetta viene portato e scoperchiato ai vari tavoli intorno a me. Allo stesso prezzo della loro grattata (una porzione di tajarin con tartufo bianco costa sui 45 euro, qui come negli altri locali) io mi gusto: un antipasto di Calamari e funghi porcini, un secondo di Scamone di razza piemontese ai capperi di Pantelleria con godurioso gateau di patate e finale di Savarin di mele con gelato + due bicchieri di Nebbiolo, acqua e grappa. Slurp.

venerdì 21 ottobre 2011

L'uomo che guardava passare i golosi

“Io sono soprattutto medico dilettante...” Brillat-Savarin
- Rivoli, Piemonte – A metà pomeriggio, nel mezzo di un'intervista con lo chef che in realtà è una chiacchierata che in realtà è un simpatico monologo, lui mi prende per mano e mi porta fuori. Oltrepassiamo il giardino ("Una volta non avrei calpestato quest'erba..." sussurra) e arriviamo a un portico che fronteggia la vetrata della lunga sala ristorante. "La sera, a fine servizio, vengo qui, mi accendo una sigaretta e osservo le persone ai tavoli, soprattutto i tavoli <importanti>. Da come mangiano, io capisco". Critici, gourmet assortiti e maniaci della fotografia clandestina dei piatti col cellulare sono avvisati.

venerdì 14 ottobre 2011

Baci e abbracci

“...io, avvezzo tanto al tumulto della società quanto al silenzio dello studio...” Brillat-Savarin
- Firenze, Toscana – Quest'anno ho partecipato alla presentazione della Guida (l'anno scorso avevo un super raffreddore e ho saltato). D'accordo che l'ambiente è prevalentemente maschile, d'accordo che la degustazione dei vini rende espansivi, d'accordo il vestito nuovo (né scollato né corto), d'accordo le pubbliche relazioni, ma non ho mai ricevuto tanti baci e abbracci. Chef di ogni dove, conosciuti e anche mai visti prima, direttori di sala, sommelier, colleghi autori di remote lande... tutti prodighi di baci e di qualche abbraccio di troppo. In poche ore ho colmato le carenze d'affetto dei prossimi sei tre mesi. Per questa volta, mettiamola così...