Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

venerdì 31 dicembre 2010

Dulcis in fundo

“Cuochi si diventa, ma rosticceri si nasce” Brillat-Savarin
- Pavia - “La sera di Capodanno si possono finalmente guardare le vetrine” si consola Billy Crystal, nel film Harry ti presento Sally, mentre passeggia per le deserte vie newyorkesi.
D’accordo chiudere i negozi un po’ prima del consueto, ma non aprire del tutto il 31 che senso ha? Se non fosse stato per due pasticcerie il 31 pomeriggio non sarei riuscita ad avere né caffè né aperitivo. E meno male che di libri da leggere ne ho già tanti, perchè appena entrata nell'unica e non deserta libreria aperta, alle 17.40, il commesso mi avvisava severo che stavano per chiudere.
Le libagioni per la cena erano già state acquistate al mattino ad Alessandria: 
polposa aragosta e teneri gamberi in salsa rosa (dalla cucina anni ’80 con furore) dalla fidata rosticceria di via S. Lorenzo, vassoio di canapè della pasticceria in Galleria e Champagne (francese, con buona pace delle bollicine italiche e della loro abilità nel promuoversi culturalmente). Le praline di cioccolato, dulcis in fundo, si erano dovute acquistare la settimana prima perché lo chocolatier alessandrino subito dopo Natale chiudeva.
Propositi gourmet per il 2011: evitare Pavia il 31 dicembre più o meno come il prosciutto preaffettato, cercare chocolatier più affezionati ai clienti che alla settimana bianca, premiare tutto l'anno i buoni rosticceri.

giovedì 30 dicembre 2010

Sette etti di gusto

“Il gusto può mescolarsi a tutti gli altri piaceri e anche consolarci della loro mancanza.” Brillat-Savarin
- Capodanno - Il 31 dicembre mi coglie puntualmente impreparata. Gli amici spariscono in viaggi, riti e feste sconosciuti; aspetto come Godot l’invito alla Festa popolata non di coppie ma di single interessanti (o almeno…ehm…“normali”) e latitano anche miracoli laico-gourmet come italici e illuminati ristoranti di ottima cucina che abbiano pensato ai singles seriamente buongustati (la cui capacità di acquisto, con fatale errore, interessa poco). Così negli anni ho messo a punto una personale strategia di difesa al Capodanno: scorta di manicaretti, approfittando dell’estro delle gastronomie nelle feste e di una certa propensione allo sperpero. Nonché di giornali, qualche libro nuovo, una bottiglia di vino e grappa per il bicchiere della staffa.
Quest’anno in verità una cosa nuova è successa. La proposta di un amico di andare a cena in un discreto ristorante dell’Oltrepo pavese. Una situazione potenzialmente gourmet che ho seriamente pensato di sperimentare. Se non fosse che A. la proposta è arrivata il 29 sera (quando era ormai impossibile riuscire a prenotare il parrucchiere) B. sul sito web del ristorante non solo non erano presenti menu (a sorpresa!) e prezzi (a sorpresa?) della serata, ma c’erano anche errori di grammatica (e il gusto dello stile?) C. una domanda folgorante: chi lo dice alla moglie del rosticcere che non voglio più l’aragosta da 7 etti??? 
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