“Il gusto può mescolarsi a tutti gli altri piaceri e anche consolarci della loro mancanza.” Brillat-Savarin
- Capodanno - Il 31 dicembre mi coglie puntualmente impreparata. Gli amici spariscono in viaggi, riti e feste sconosciuti; aspetto come Godot l’invito alla Festa popolata non di coppie ma di single interessanti (o almeno…ehm…“normali”) e latitano anche miracoli laico-gourmet come italici e illuminati ristoranti di ottima cucina che abbiano pensato ai singles seriamente buongustati (la cui capacità di acquisto, con fatale errore, interessa poco). Così negli anni ho messo a punto una personale strategia di difesa al Capodanno: scorta di manicaretti, approfittando dell’estro delle gastronomie nelle feste e di una certa propensione allo sperpero. Nonché di giornali, qualche libro nuovo, una bottiglia di vino e grappa per il bicchiere della staffa.
Quest’anno in verità una cosa nuova è successa. La proposta di un amico di andare a cena in un discreto ristorante dell’Oltrepo pavese. Una situazione potenzialmente gourmet che ho seriamente pensato di sperimentare. Se non fosse che A. la proposta è arrivata il 29 sera (quando era ormai impossibile riuscire a prenotare il parrucchiere) B. sul sito web del ristorante non solo non erano presenti menu (a sorpresa!) e prezzi (a sorpresa?) della serata, ma c’erano anche errori di grammatica (e il gusto dello stile?) C. una domanda folgorante: chi lo dice alla moglie del rosticcere che non voglio più l’aragosta da 7 etti???
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A proposito di gusto dello stile, anche su questo blog sono presenti errori di grammatica e strafalcioni...
RispondiEliminaSi tratta di una geniale strategia volta a indurre alcuni lettori a interagire... forse sarà brevettata
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