Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

domenica 7 aprile 2013

Velluto rosso

Scarpe in viaggio: "Duchessa Margherita" a Vicoforte © Brillante-Severina
"...una preferenza appassionata, ragionata e abituale per gli oggetti che lusingano il gusto." Brillat-Savarin
Vicoforte, Piemonte - Di solito il "rito" della fotografia della camera e delle scarpe accanto alla tenda coincide con l'arrivo in albergo, solo che oggi non ho tempo. Sono a Mondovì dal mattino e tra visite in compagnia della più autorevole guida del luogo, ovvero il sacrista che odora di formaggio davanti al quale le porte normalmente chiuse di saloni vescovili e chiese si aprono come per magia, lunghe camminate per vie e vicoli del quartiere antico e monumentale, appunti e fotografie (400 scatti solo con l'Ipad), riesco a mettermi in viaggio verso Vicoforte solo nel tardo pomeriggio e visto che il cielo si è improvvisamente aperto virando dal grigio piovigginoso al turchese traforato di bianco nuvola, non resisto a una sosta davanti alla cupola ellittica più grande del mondo. Entro in camera giusto in tempo per prepararmi e uscire di nuovo per andare a cena (e che cena >>). Il rito è quindi rimandato al rientro. 
È mezzanotte molto passata quando mi affaccio sul balcone della camera per vedere la cupola del Santuario di Vicoforte illuminata nel silenzio assoluto, poi lo sguardo ritorna nel tepore della camera. Le scarpe si sono trovate un'alcova fra la tenda (qui in velluto rosso e nappa dorata) e il marmo del camino, dove resteranno fino al momento di rifare la valigia. Meritano però di essere apprezzati anche i tappeti, il comò antico, l'orologio sul camino, lo specchio, le stampe... e di spegnere la luce non se ne parla fino all'1.30.

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