Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

venerdì 5 aprile 2013

La camera della Duchessa

Duchessa Margherita © Brillante-Severina
"...le mie memorie segrete assicurano che trasalì di gioia..." Brillat-Savarin
Vicoforte, Piemonte - Mondovì, malgrado la giornata piovosa e con l'occasione di un ristorante da recensire, si rivelò una bella scoperta un anno fa. Urgeva ritornare con più calma. Quest'anno chiedo alla Guida un altro ristorante in zona, contatto l'ufficio turistico per visitare qualche palazzo altrimenti chiuso e cerco un albergo. A Mondovì non trovo nulla che mi piaccia veramente e così mi lascio sedurre da un palazzo liberty trasformato in dimora elegante intitolata a Margherita di Savoia a Vicoforte. Sull'enciclopedia scopro che Margherita era nata a Torino nel 1589 prima figlia femmina dopo tre maschi di Carlo Emanuele I e Caterina d’Asburgo. Parlava italiano, latino, francese e spagnolo (chapeau) ed era dotata di notevoli capacità di comando, tanto da essere nominata, quindicenne, reggente dello Stato in occasione di un viaggio all'estero di padre e fratelli. Sposa con fastose celebrazioni di Francesco Gonzaga, fu duchessa di Mantova e Monferrato, feudo trasmissibile per via femminile che amministrò anche personalmente, fu sempre sfacciatamente filospagnola e per un breve periodo pure viceregina di Portogallo. Perché allora intitolarle un palazzo a Vicoforte? Probabilmente perché, di forte spirito religioso (nessuno è perfetto) e soggiornando a Mondovì in fuga dalla peste, fu devota nonché prodiga di lasciti a quella Madonna di Vico alla quale è dedicato il Santuario sormontato dalla celebre cupola ellittica. Dopo la lezione di storia, telefono alla dimora, la tariffa della doppia uso singolo è interessante e prenoto senza por tempo in mezzo. Già pregusto il (mio) rito delle fotografie chiedendomi in quale camera si svolgerà. Quella con cassettone Luigi XVI o con caminetto, con specchiera dorata o idromassaggio e cromoterapia, con finestra sulle colline o balcone sulla cupola ellittica più grande del mondo? Un paio di giorni dopo mando una mail di conferma nella quale mi spingo a sperare in una camera di charme (è bassa stagione, forse pioverà...) e ricevo una risposta molto cortese nella quale mi si annuncia che, vista la disponibilità, avrò la Camera della Duchessa con vista sul cupolone. Saltello sulla sedia dalla felicità per cinque minuti. E pazienza se nella riga sotto mi spiegano che per rientrare la sera bisogna aprire con un codice (meglio non dir loro di quella volta in cui nell'albergo torinese a quattro stelle mi capitò di non riuscire ad aprire la porta della camera e se non ci fosse stato il portiere a ridurla a più miti consigli avrei dovuto mettere le tende in corridoio), mal che vada dormirò nel parcheggio della Duchessa invece che nella sua camera ...continua
PS
Scherzi a parte, la dimora risulta poi essere molto accogliente, con un cancello sempre spalancato e un portoncino che si apre come un Apriti sesamo.
PPS
Margherita concluse la sua vita in Spagna e morì il 25 giugno 1655 a Miranda, durante il viaggio verso il Piemonte dove aveva chiesto di finire i suoi giorni ma che non rivide più.

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