Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

martedì 26 marzo 2013

Il mappazzone

"...si meravigliava che il caso avesse accumulato su quella serata tante disposizioni così anticonviviali..." Brillat-Savarin
Salice Terme, Lombardia - Prima o poi arriva, almeno una per ogni edizione della guida. È la peggior cena dell'anno. E come spesso accade, capita dove non te l'aspetti. Dopo una buona accoglienza, attraverso una sala elegante e approdo a un secondo ambiente decisamente più rustico. Malgrado vi siano diversi tavoli liberi, me ne viene assegnato uno in posizione infelice, accanto a una colonna con scarsa vista sulla sala e appiccicato a un termosifone che ogni tanto si anima come un pentolone infernale. Mi faccio spostare ma il motivo non è capito visto che una coppia arrivata subito dopo viene fatta sedere ancora lì. Inizio ad assaggiare i piatti ordinati con un crescendo di inappetenza. Il tortino di patate e porri non sa di molto ma in compenso i bigoli ai carciofi e acciughe sono talmente scotti che sembra di masticare una zuppa. La crespella (piatto del giorno proposto fuori carta) è precotta e mal riscaldata, ripiena di un mappazzone carciofoso che neanche i sofficini, ricoperta da un mantello di salsa al pomodoro impressionante (ma non l'impressione giusta) sotto il quale si intravede una crosta di formaggio che, non avendo fatto in tempo a sciogliersi, è ancora aggrumata e screpolata. Difficile immaginare che nella stessa sera possa arrivare in tavola qualcosa di meno appetitoso e invece ecco il coniglio alla ligure, normalmente arrostito e profumato, qui proposto in forma di bocconcini in umido circondati da una salsa acidula nella quale vanno alla deriva olive taggiasche e pinoli che sanno di muffa. L'unica cosa buona è il vino nel bicchiere. E proprio mentre questo pensiero mi attraversa la mente, dall'altra sala arrivano le voci di alcuni habitué (uomini certamente dotati di anticorpi fuori dalla norma) che parlano del luogo dove è (notare: non sarebbe, ma "è") conservato il Graal. Tutto paranormale, compreso il tipo che qualche tavolo più in là sta facendo una missione esplorativa fra i denti, me ne posso andare.

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