Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

domenica 12 maggio 2013

Come ti maculo le Fiandre

Uovo poché, pecorino, patate, bottarga © Brillante-Severina
"...devono prendersela solo con se stessi..." Brillat-Savarin
Saluzzo, Piemonte - La tovaglia macchiata è proprio antiestetica. Storco la bocca in un cruccio maledicente se a sporcarla è il coppiere versando un vino rosso, oppure il cameriere lasciando un semicerchio unto tatuato dal piatto. Ma questa sera ho fatto tutto da sola. Dunque, scese le scale dell'hotel con i tacchi e il vestito nero al ginocchio a balze di pizzo, nell'elegante sala del ristorante trovo solo un gruppetto di vacanzieri tedeschi in età pensionabile. Insomma, la solita allegria... Il proprietario mi offre un bicchere di spumante e lo accompagna con un piattino che contiene un piccolo sformato di verdure accanto al quale è accostata una forchetta mignon. La sollevo, ho un ripensamento perché sto leggendo la carta dei vini che è praticamente un libro, la appoggio al piattino e pluff, una goccia della pozza d'olio nascosta sotto la posata casca a sinistra del piatto e macchia la tovaglia. Uffa! Poco dopo, incantata dal Nebbiolo davvero ottimo che sto bevendo, me ne verso da sola un altro po' nel bicchiere. Forse un fulmineo terremoto smuove una faglia sotto il mio tavolo, forse calcolo male il peso della bottiglia, forse l'uovo poché con crema di patate pecorino e bottarga era troppo etereo per assorbire i 14 gradi del vino, fatto sta che mentre sto per posare la bottiglia l'ultimo fiotto rimbalza fuori dal bicchiere, macchia la tovaglia e ristagna sul piedistallo del bicchiere. Pulisco con cautela il vetro col tovagliolo e per non vedere la macchia rosea sulla fiandra bianca ci poso sopra una fetta di pane rotonda che è proprio della misura giusta. Ormai esito persino a sollevare le posate senza studiare bene i movimenti; una tagliatella al cioccolato arrotolata intorno al bocconcino di rombo potrebbe tentare la fuga dai rebbi della forchetta per andare a colonizzare un altro angolo di tovaglia. E lascio che il bicchiere lo riempia sempre il patron (col risultato che la bottiglia rimarrà piena oltre la metà, sigh, grrrrr, sigh). A fine cena ordino una grappa e visto che nel ristorante non c'è più nessuno decido di portarla in camera. Esco dalla sala e... ma da che parte sono le scale per salire?

Nessun commento:

Posta un commento