Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

sabato 11 giugno 2011

...quella volta che rimasi chiusa in bagno al ristorante

“Il piacere della tavola è particolare alla specie umana: esso suppone delle cure antecedenti per preparare il pasto, per la scelta del luogo e per la riunione dei convitati.” Brillat-Savarin  
- Roma – Appena arrivata nella Capitale, il mitico critico gastronomico Giacomo A. Dente mi fece da cicerone nei miei primi ristoranti. Insieme a lui e a un altro giornalista buongustaio, andammo a La Rosetta, al ristorante dell'hotel De Russie, al Bolognese e in un locale ai Parioli che per me è rimasto indimenticabile non per il pranzo o per i due spiedi collocati in sala ma per il bagno, dove rimasi intrappolata. Una di quelle situazioni in cui fai un respiro e ti dici "non sta succedendo a me... adesso riprovo ad aprire la porta e si sblocca..." e invece sta succedendo proprio a te, la porta non si apre e il cellulare - per una volta utilissimo - lo hai lasciato al tavolo. Iniziai a battere le mani sulla porta che però era molto spessa (anche a causa dello specchio interno) e non ci fu verso di farsi sentire. Ci vollero più di dieci minuti perchè i commensali, insospettiti dalla prolungata assenza, mandassero un cameriere - "Tutto bene signora?" (secondo te?????) - che riuscì a sbloccare la porta da fuori. Utilissimo in questi casi segnarsi il numero fisso del ristorante e avere il cellulare con sè per una chiamata S.O.S. toilette. Sempre che in bagno ci sia campo, altrimenti penseranno che siete scappati senza pagare il conto.

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