Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

sabato 25 giugno 2011

L'attesa

“Quando un corpo commestibile è introdotto nella bocca, tosto è confiscato, gas e succhi, senza speranza di ritorno.” Brillat-Savarin  
- Asti, Piemonte – Arrivo in città a metà pomeriggio per un pacifico giretto con aperitivo, ma scopro che al cinema danno il film Noi credevamo di Mario Martone che voglio vedere. Lo spettacolo serale inizia alle 21.00 e sono solo le 17.15... per ingannare l'attesa bevo un Arneis sotto il tendone di un bar nella piazza del duomo, me ne vado quando al tavolo a fianco arriva un signore che si pulisce le orecchie col mignolo mentre legge gli annunci immobiliari, acquisto una collana che non mi serve e alcune scatole di tè che mi servono, non mi accorgo che la cassiera ha sbagliato -ovviamente in eccesso- il conto, bevo un secondo aperitivo da Eataly e, visto che è ancora presto, lo rinforzo con una simil-pizza e un Prosecco, dribblo il cameriere che vuole farmi prendere un dolce o almeno un caffè, chiedo il conto, rimando indietro una banconota da 10 euro che sembra uscita da una delle sette fatiche di Ercole... e finalmente conquisto la poltroncina in velluto rosso sulla quale resto per le successive tre ore. I sacrifici etilici che tocca fare per il cinema...

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