Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

venerdì 11 maggio 2012

Primo volo del pastore sul cratere

“Certo durante il pasto nacquero e si perfezionarono le lingue..." Brillat-Savarin
- Monferrato, Piemonte - A cena con un amico piemontese in un ristorante che nell'insegna vanta anche piscina e conforti assortiti. Sala e apparecchiatura sono molto eleganti e il nostro tavolo gode di una vista rara su panorami bucolici: le morbide colline del Monferrato alessandrino, i campi punteggiati di animali al pascolo, un laghetto circondato da alberi, i profili rosseggianti dei paesini che si accendono di luci sempre più intense al calar della sera. Un'estasi che contagia la cucina e le dà un po' alla testa. Sul menu si leggono infatti titoli lirici: Il primo volo (faraona), Sull'orlo del cratere (sella di agnello affumicato), Racconto di un pastore sardo in transumanza (porchetta), I primi soffi caldi del sole (sformato con "lacrime" di Moscato). Voli pindarici prontamente abbattuti dal cameriere, un ragazzone sorridente che alla domanda "come si chiama il paese sulla collina di fronte?" è già in difficoltà e che per tutta la sera ci omaggia di una non comune baritonale eloquenza: Mangiate qualcosina? Avete trovato qualcosina sul menu? Beviamo qualcosina? Volete cercare qualcosina sulla carta dei vini? Qualcosina per dessert? Una volta tanto essere gli unici avventori è una fortuna perché sentire replicare codesta qualcosina anche agli altri tavoli sarebbe un'istigazione al teletrasporto in sala del professor Beccaria. Linguistica fustigazione (lingua in umido).

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