Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

venerdì 4 febbraio 2011

Galateo giapponese

"L’appetito si annuncia con un po’ di languore nello stomaco e una leggera sensazione di stanchezza" Brillat-Savarin 
- Torino, Piemonte - Piccolo pranzo in piccolo ristorante giapponese in una delle strette vie del centro dove si alternano verdurai, antiquari, gastronomie, cartolerie. Sosta piacevole per l’accoglienza gentile e per l'atmosfera da manga giapponese con cuscini a forma di nigiri e pesci palla in peluche. Il single come i duetti sono lasciati liberi di scegliere in santa pace se arrampicarsi sugli sgabelli o accoccolarsi sul divanetto. Il cibo è nella media, apprezzo il non uso di tonno pinna blu (però i nigiri di tonno sono da migliorare) e la presenza di pink rolls (in carta di soia rosa) con percentuale devoluta a un ente di ricerca medica. Da ripensare il servizio del tè, offerto in un bicchierone di carta che, seppure coerente con la scelta di non usare stoviglie ma solo carta, impedisce di godersi il contenuto (bollente).
Quanto a me, avendo letto che il galateo giapponese prevede che nigiri, futomaki, uramaki, hosomaki ecc. si ingollino ciascuno in un solo boccone (per questo in tavola il cibo arriva già porzionato) e avendo su di me lo sguardo del cuoco nipponico, ci provo… ma non chiamandomi Mazinga e tanto meno Goldrake, rischio di strozzarmi. Per fortuna ho con me un quotidiano dietro il quale nascondermi dopo ogni mega boccone! Benedetta carta stampata…

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