Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

venerdì 14 gennaio 2011

Un posto non vale l'altro

“Colui che riceve degli amici e non si cura affatto del posto che è preparato per loro non è degno di aver degli amici.” Brillat-Savarin 
- Roma – ristorante nei pressi di Piazza Cavour – Il locale è discretamente elegante e citato da tutte le guide con giudizi lusinghieri. Varco la porta d’ingresso fiduciosa e alla domanda se ho prenotato rispondo “certo!” (una settimana prima, per la precisione). Per ricompensa il cameriere cerca di affibbiarmi un tavolino d’angolo proprio di fronte alla porta. Ne chiedo un altro e, lasciata libera di scegliere, vado al tavolo che avrebbero dovuto darmi sin dall’inizio: non troppo grande ma neanche lillipuziano, dotato di più sedie in modo da non dover posare la borsa a terra, in mezzo alla sala dove c’è un piacevole tepore e dove non bisogna sbracciarsi se si vuol chiamare il cameriere. 
Tempo dopo, parlando dello stesso locale con un amico (celebre) giornalista romano, abbiamo riso scoprendo che avevamo vissuto la stessa identica esperienza.
Morale della favola: potete aver prenotato con largo e rispettoso anticipo, il locale può essere semideserto, fuori può esserci una tormenta di neve ecc. ma la tendenza è la stessa, confinare i singles nei tavoli vicino all’ingresso o alla cucina o al bagno (il colmo è veder arrivare persone che non hanno prenotato e che vengono fatte accomodare a tavoli migliori del vostro). Se un single decide di mangiare fuori non è per stare in un angolo solitario a brucare un'insalata, ma  per gustare buon cibo in mezzo alla gente. Se in un locale vi negano questi piaceri... meglio andare altrove.

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