Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

lunedì 14 novembre 2011

Tè cinefili e letterari

¸.•*¨*•☆Ƹ̵̡Ӝ̵̨̄Ʒ☆•*¨*•.¸ Dopo Un tè a piazza di Spagna consiglio di riappacificarsi con il tè attraverso la visione del film "The Winter Guest" (L'ospite d'inverno, 1997) di Alan Rickman con Emma Thompson (e la madre Phyllida Law). Memorabili le due anziane signore (Sheila Red e Sandra Voe, nella foto) la cui vita mondana consiste nel partecipare a funerali per poi premiarsi con tè caldi e torte cremose in tranquille sale da tè (il film fa anche venir voglia di scattare fotografie) oppure di "The Remains of the Day" (Quel che resta del giorno, 1993) di James Ivory tratto dall'omonimo romanzo di Kazuo Ishiguro, anche se forse l'immagine dell'anziano padre del maggiordomo (un Anthony Hopkins dai gusti civili e non ancora antropofagi) che regge un enorme vassoio con un mocco al naso in potenziale caduta libera non vi invoglierà al tea time. Appassionano al tè anche i romanzi gialli di Agatha Christie e i film nei quali Miss Marple è impersonata da Margaret Rutherford (incoraggiano a darsi all'equitazione). Una tazza di tè si sposa poi ai romanzi di Somerset Maugham, dove gli anglosassoni finiti per scelta o più spesso per necessità nelle Colonie dell'Impero non rinunciano al tè caldo neanche sotto il sole del Tropico del Capricorno. Un tè è quasi d'obbligo leggendo le romantiche vicende descritte da Jane Austen e riprese al cinema. I miei film preferiti sono “Pride and Prejudice” (Orgoglio e pregiudizio, 1940) di R.Z. Leonard con Greer Garson e l’orgoglioso Lauwrence Olivier e “The Jane Austen Book Club” (Il club di Jane Austen, 1997) che ha il “solo” difetto di far bere poco tè ai protagonisti. E per finire in gloria, è divertente l’origine del tè inventata da Uderzo nell’avventura “Asterix chez les Bretons” (Asterix e la pozione magica, 1986) dove i britanni alle cinque in punto smettono di combattere le guarnigioni romane per sorbire una tazza di acqua calda, alla quale i buongustai aggiungono un batuffolo di latte. Sarà Asterix a dar sapore a quell'acqua regalando loro le spezie ricevute dai ricchi mercanti salvati in mare, a suon di pugni, dall'attacco pirata.

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