Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

martedì 8 novembre 2011

Acerbi inviti

“L'iniezione di sostanze acerbe, acri o amare in sommo grado, può farci subire sensazioni penose...” Brillat-Savarin
- Roma – A pranzo in uno dei ristoranti più interessanti ed eleganti della Capitale, con cucina, cantina e servizio fregiati di stelle, cappelli e gamberi. Di solito ci vengo due o tre volte l’anno per provare i nuovi piatti e conosco tutto lo staff. I camerieri sono giovani e avvenenti ed è piacevole vederli servire in sala. Solo che oggi ci sono solo io e a turno vengono al mio tavolo per intrattenermi con qualche chiacchiera. Lo trovo un gesto gentile, anche se la conversazione forzata alla lunga rende un po’ stancante il pranzo. A un certo punto uno di loro mi chiede se conosco un certo locale romano in zona Portuense. In effetti è un ristorante di cui ho letto buone critiche e, dichiaro, mi riprometto di andarci. “E perché non domani sera” - coglie al volo il cameriere - “Ci andiamo insieme?” Veramente… io… “Vado a prenotare un tavolo?” Domani sera non posso… “Allora dopodomani!” Dopodomani riparto… “Andiamoci domani sera: interessa a tutti e due, sarà una bella serata!” No, davvero... non pensavo di andarci in questi giorni… “Facciamo così, il tavolo io lo prenoto e se le fa piacere mi trova lì”. Di solito sono preparata all’invadenza di alcuni avventori, ma non credevo ci si dovesse difendere anche dai camerieri! Basta là…

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