Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

sabato 18 aprile 2015

Il silenzio è d'oro

"È segno d'ignoranza servire una quaglia non incartata..." Brillat-Savarin
Colline Tortonesi, Piemonte - Nell'assolata giornata di aprile sono l'unica ospite di un ristorante elegante. Come accade fin troppo spesso, il patron si fa un punto d'onore d'intrattenermi con quelle che considera amenità, ovvero un'insidiosa rete nella quale si incarta da solo:
Il silenzio è d'argento:
"All'alberghiero nel '99 ci dicevano che non è vero che il cliente ha sempre ragione, il cliente è stupido e bisogna spiegargli le cose" (se le sembra "cosa" da dire all'unica cliente presente...)
Il silenzio è d'oro:
"In una fase della mia vita volevo farmi prete, e quando ero seminarista..." (ma chi se ne...?)
Il silenzio è sempre più d'oro:
"Mi son fatto male a una gamba ma devo guarire per la partita di calcetto..." (davvero interessante, si si)
Il silenzio è di platino:
"Fra la vecchia gestione e quella attuale non c'è paragone. Durante la gestione precedente la sera le <donne> (leggi <escort>) portavano gli uomini a cena; adesso invece sono gli uomini (leggi <babbei di ogni età>) a portare le donne (sempre le <escort> di cui sopra)." Ah, beh, allora è tutta un'altra cosa.

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