Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

domenica 5 febbraio 2012

Spolpando cosce di quaglia

“Io non stimo molto quell'uomo - diceva il conte M. parlando di un aspirante... - non ha mai mangiato il budino alla Richelieu e non conosce neppure le costolette alla Soubise.” Brillat-Savarin
- Alessandria-Torino-Roma – Quando ero una studentessa universitaria fuori corso, c'erano (quasi) sempre giovani uomini da incontrare, sognare e dei quali innamorarsi. Carina ma non bellissima, amavante dei vestiti senza essere vanesia, colta ma in ritardo con la laurea, molti interessi e altrettante vaghe aspirazioni e lontana anni luce dalla competizione lavorativa; tutto questo forse creava un mix interessante e rassicurante insieme. Oggi, laureata e con un lavoro autoinventato che adoro, nonchè entusiasta critico gastronomico con regolare contratto, mi accorgo di attirare non più i miei coetanei, ma uomini più grandi alla cui esca sciapa non mi piace abboccare. Come nell'episodio di Sex and the city nel quale Samantha è sconcertata dall'interesse che le dimostra un improbabile vicino di casa dai capelli bianchi e l'aspetto "giovanile" o quell'altro in cui Carry, nel tempio di Vogue, si copre gli occhi di fronte alle brache calate di un uomo che potrebbe essere suo padre. Il brodino di pollo non mi è mai piaciuto, preferisco spolpare coscette di quaglia e costolette di agnello.

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