- Torino, Piemonte – Ore 14.00. Ho appena lasciato la valigia in albergo (ma è a norma una stanza con finta finestra in un tre stelle???) e sono già nel pastificio di via Lagrange per un pranzetto ristoratore. Per la prima volta nella storia della mia frequentazione del locale, trovo ad attendermi uno spettacolo inedito: non c'è anima viva. Nessuno seduto al tanto ambito tavolo centrale, nessuno appollaiato sui seggiolini davanti alla vetrata o in narcisistica estasi di fronte agli specchi. Mi siedo al tavolo rotondo al centro della sala fingendo di aver prenotato tutti i posti e il motivo del deserto mi è subito chiaro. Fuori stanno rimuovendo l'impalcatura che per mesi ha bendato la facciata del palazzo in restauro e l'operazione provoca una tempesta di sabbia. All'esterno i tavolini sono inagibili e dentro hanno preferito dirottare i clienti al piano di sopra. A me non hanno proposto di salire ma non mi abbatto e mangio il piattone di spaccatelle con melanzane pomodoro e mozzarella godendomi la vista sui bicipiti in tensione degli operai all'opera. E visto che i lavori vanno per le lunghe, ordino anche una seria porzione di crème brulée alla vaniglia. Burp.
Nessun commento:
Posta un commento