- Langhe, Piemonte - Pranzo domenicale al castello dove nacque Vittorio Alfieri. Quale migliore occasione per indossare il nuovo vestito di seta color ruggine dall'aria vintage? Comincio a capire che non è stata una buona idea quando, arrivata al maniero abbarbicato in cima al cocuzzolo, vedo diversi mucchietti di neve non ancora sciolta dal sole. Beh, almeno non ho messo i tacchi alti. All'interno le sale sono magnifiche, soffitti alti, pavimenti in cotto, lampadari scenografici e pareti affrescate... nelle stesse tonalità del mio vestito! La sala principale è interamente occupata, ma mi hanno riservato un bel tavolo e io mi sento Madame de Pompadour. Una giovane e sollecita cameriera viene a chiedermi come gradisco l'acqua. Altro che acqua -magari gelata- qui mi ci vuole subito un aperitivo per non diventare la tisica eroina di un romanzo dell'Ottocento! E l'aperitivo arriva, seguito da diversi altri bicchieri di vino -sette per la precisione- e a metà pranzo la gelida magione si è già trasformata in tiepida serra. Dopo il secondo antipasto la moglie dello chef viene a dirmi che la cucina vuole (più imperativo che indicativo presente e decisamente senza condizionale) farmi assaggiare qualche piatto in più rispetto a quelli previsti dal menu degustazione a sorpresa che ho scelto. Ma... hanno le foto segnaletiche dei critici gastronomici appese sui fornelli? Di profilo e di fronte? Nel mio caso, con i capelli sciolti e raccolti? Prevedo gioie per le papille e dolori per la linea, ma ovviamente cedo alla violenza ...continua
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