Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

lunedì 20 aprile 2015

L'octopus del Capitano Nemo

"...apparve e subito fu fatta a pezzi e inghiottita senza misericordia." Brillat-Savarin
Robbio, Lombardia - Non capisci perché descrivendola ai commensali continuino a chiamarla piovra invece che polpo fino a quando non arriva in tavola un nerboruto tentacolo rosticciato che trattiene ancora fra le ventose il periscopio del Nautilus del Capitano Nemo. Posa su una friabile roccia di patate schiacciate e olive taggiasche con la grazia di un relitto che trova pace sul fondale marino e la affianca una maionese preparata con uova capaci di convertire un Sant'Antonio vegano. Purpurea rosa del mio piatto, tenera, soda, delicata, 20.000 bocconi ne vorrei.

domenica 19 aprile 2015

Muscoli galiziani

"La storia è piena di esempi di obesità mostruosa..." Brillat-Savarin
Robbio, Lombardia - So che in questo ristorante le porzioni son generose, ma io devo comunque assaggiare e se avanzo qualcosa sono guai perché magari inizia l'interrogatorio ("Non le è piaciuto? Qualcosa non andava? Vuole ordinare un altro piatto?" Per carità, piuttosto mi infarino e mi butto nell'olio bollente). Quindi, dopo il tris di antipasti e prima del secondo piatto, ordino tagliolini all'uovo con cozze della Galizia, pomodori datterini e bottarga di orata. Non le avevo mai provate codeste cozze autonomiste e devo dire che fanno un po' impressione. Sono di un color arancione vivace, fattezze obese, muscolose di nome e di fatto. Ma soprattutto emanano un odore assai forte, evocativo più di certi formaggi stagionati nelle grotte che di onde infrante sugli scogli. Inoltre non so come pretendano possa mangiarle prima che siano loro a saltar fuori dal piatto e assaggiare me: sul tavolo l'unica arma è una forchetta da sirenetta, mentre ci vorrebbe almeno un tridente. E un Tritone palestrato.

Privazione e desiderio

"Guardando bene, gli elementi dei nostri piaceri sono la difficoltà. la privazione, il desiderio del godimento." Brillat-Savarin
Lomellina, Lombardia - Piatti fuori menu, croce e delizia del gourmet. Se da un lato si è tentati di ordinarli perché sinonimi di freschezza (Anthony Bourdain non sarebbe forse d'accordo, considerandoli alla stregua di avanzi di dispensa da rifilare ai grulli), dall'altro il loro costo resta un'incognita fino al momento del conto. Che quando arriva non di rado stordisce. Che io sogni o sia desta, leggo: Novanta euro e cinquanta centesimi. La mia colpa aver ceduto al desiderio di godimento vagheggiato da un tris di antipasti di pesce crudo (tre ostriche, due gamberi rossi di Puglia, tre cappesante vanigliate su piedistallo di kiwi), un robusto piatto di tagliolini all'uovo con cozze di Galizia (gigantesche e di odore stordente, temevo fossero loro a saltar fuori dal piatto per assaggiare me), un tentacolo di piovra (no, non polpo, proprio piovra da non so quante leghe sotto i mari blu), una bottiglia di vino bianco e un bicchierino di ruhm della Guyana francese. I cinquanta centesimi vengono cancellati, ma sicuramente solo per non avere problemi col resto. Che classe.

Tris di molluschi bivalvi

Robbio, Lombardia - L'oca aveva il giorno libero. Ho dovuto ripiegare su un terzetto di molluschi bivalvi.
(non solo oca e rane in Lomellina)

sabato 18 aprile 2015

Le inarrivabili sfumature della memoria

"Io ho visto nascere la rilassatezza: essa è venuta a poco a poco, per inarrivabili sfumature." Brillat-Savarin
Colline Tortonesi, Piemonte - Quando verso l'una entro nel ristorante dove ho prenotato senza lasciare nome (né vero né falso), non mi meraviglio della sala deserta e sorrido cordiale al patron che mi viene incontro in solitario con espressione perplessa e passo claudicante. Mi accompagna a un tavolo incuneato in un angolo claustrofobico vicino alla porta della cucina, ma di fronte alla mia faccia un po' delusa mi propone di scegliere il posto che preferisco. Siedo vicino alla luminosa vetrata con vista fuori sul verde delle siepi e dentro sulle bottiglie di vino infilate per il collo negli scaffali forati come groviera. Ogni volta che viene al tavolo (solo ora realizzo che la mia scelta lo costringe a percorrere lunghe distanze con la gamba zoppicante) l'uomo mi scruta, soffermandosi anche su abbigliamento e collana (spero guardi solo quella), come a cercare conferma di un sospetto al quale però non dà voce. Si trattiene all'appetizer, all'antipasto di pesce spada e lardo, ai tortelli ripieni di patate dolci, ma dopo aver servito la carne, al terzo boccone mi sento chiedere se la gradisco. Si tratta di un filetto di Fassona in zuppetta di funghi di buona qualità e fattura, forse un tantino troppo cotto, ma non lo dico, limitandomi alle lodi. Lui sorride e senza preavviso lascia uscire dal gargarozzo quel che evidentemente non gli era andato giù: "Non come l'agnello di tre anni fa che aveva trovato troppo duro". Touché, sgamé e peggio per me, mai rilassarsi.

Il silenzio è d'oro

"È segno d'ignoranza servire una quaglia non incartata..." Brillat-Savarin
Colline Tortonesi, Piemonte - Nell'assolata giornata di aprile sono l'unica ospite di un ristorante elegante. Come accade fin troppo spesso, il patron si fa un punto d'onore d'intrattenermi con quelle che considera amenità, ovvero un'insidiosa rete nella quale si incarta da solo:
Il silenzio è d'argento:
"All'alberghiero nel '99 ci dicevano che non è vero che il cliente ha sempre ragione, il cliente è stupido e bisogna spiegargli le cose" (se le sembra "cosa" da dire all'unica cliente presente...)
Il silenzio è d'oro:
"In una fase della mia vita volevo farmi prete, e quando ero seminarista..." (ma chi se ne...?)
Il silenzio è sempre più d'oro:
"Mi son fatto male a una gamba ma devo guarire per la partita di calcetto..." (davvero interessante, si si)
Il silenzio è di platino:
"Fra la vecchia gestione e quella attuale non c'è paragone. Durante la gestione precedente la sera le <donne> (leggi <escort>) portavano gli uomini a cena; adesso invece sono gli uomini (leggi <babbei di ogni età>) a portare le donne (sempre le <escort> di cui sopra)." Ah, beh, allora è tutta un'altra cosa.

Sarà un lungo pranzo...

Colli Tortonesi, Piemonte - Ristorante deserto di avventori e proprietario convinto di essere spiritoso. Sarà un lungo pranzo...

Fuori per buona condotta

Colli Tortonesi, Piemonte - E alle 16.02 esco dal ristorante di cui ero unica ospite. Non è chiaro, fra me e il ristoratore, chi si sia (finalmente) liberato di chi.

mercoledì 15 aprile 2015

Incentivi

Per darmi un incentivo ad andare a recensire in serata un ristorante che so essere frequentato da babbei accompagnati da burrose escort straniere e che quindi mi attira quanto una passeggiata sotto la pioggia, vado dalla parrucchiera (più carina, più voglia di uscire a dilapidare i risparmi?). Risultato: mi viene un super raffreddore e alle 20.10 medito seriamente di scambiare coperto con coperte.
Scommetto che a Julia Roberts certe cose non succedono.