Collezionista di colazioni e fotografa, in dialogo con Anthelme Brillat-Savarin
Critico gastronomico in incognito da 13 anni per una Guida nazionale e gourmet da molto più tempo.
Altre passioni da dichiarare: Borges, Gadda, tè, libri, film, vino, spille vintage, scarpe, arte, musei.

lunedì 28 febbraio 2011

Un posto a tavola

“... gl'invitati si guardavano fra loro con inquietudine e i primi che mormorarono furono tre o quattro i quali, non avendo trovato un posto a sedere, non erano in posizione comoda per aspetare.” Brillat-Savarin  
... ci viene continuamente ripetuto che guadagneremo un posto a tavola - qualunque tavola - se saremo curate e ben vestite, con i capelli lucidi e taglia 38. Le ragazze... vivono in un mondo in cui il valore di una donna è perennemente identificato con il suo sex appeal. Charlotte Shane (pseudonimo della escort statunitense autrice del blog nightmarebrunette.blogspot.com)

lunedì 21 febbraio 2011

Ritratti: fra Esher e Vogue

“Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i paesi e di tutti i giorni.” Brillat-Savarin  
- Alba, Piemonte – A un tavolo di trattoria siedono quattro persone. Una corpulenta matriarca 70enne (minimo) dai capelli corvini abbigliata in un'ampia casacca dal geometrico disegno bianconero su pantaloni neri; accanto la figlia, vestita con stesse fogge e colori ma con geometrie diverse, in un misto fra Esher e Vogue; di fronte alla mamma un ragazzo dal triplo mento amante del baccalà mantecato e vicino a lui una bionda esilina che guarda tutti timidamente. Sotto al tavolo zampetta un cagnolino mignon che ogni tanto reclama con teneri guaiti un briciolo... di attenzione.

Ritratti: nuove dipendenze

“Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i paesi e di tutti i giorni.” Brillat-Savarin  
- Langhe, Piemonte - A un tavolo poco lontano dal mio un single, tipico ultraquarantenne vestito da ventenne, si stacca dal cellulare solo quando arriva in tavola una porzione gigante di tajarin (al burro), per riprenderlo subito dopo averli divorati. Questa è la tentazione alla quale un po' tutti i singles cedono. Io sto cercando di smettere, per godermi il presente.

Ritratti: clandestini gourmet

“Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i paesi e di tutti i giorni.” Brillat-Savarin  
- Alba, Piemonte - Una coppia - sulla quale mi piace fantasticare immaginandola clandestina, tanto per ingannare l'attesa dei tajarin al ragù di salsiccia di Bra - entra nel ristorante e sceglie l'ultimissimo tavolo dell'ampia sala. Il look total black e i tacchi alti con fiocconi di raso nero ciondolanti sui quali lei non sa camminare, fanno pandant con i jeans rosso slavato fuori moda da almeno 15 anni di lui. Squisiti.

Ritratti: l’arte della conversazione

“Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni, di tutti i paesi e di tutti i giorni.” Brillat-Savarin  
- Roero, Piemonte - Nella sala super chic di un ristorante stellato a un tavolo sono seduti quattro amici: due uomini e due donne. Uno degli uomini si noterebbe anche a 1 km di distanza grazie alla t-shirt griffata arancio shocking che neanche Bartoli e Coppi. L’altro ha un abbigliamento appropriato, percorso a tratti da un tic che gli provoca scosse alle spalle e a un braccio (prima o poi lancerà uno dei bocconi infilzati nella forchetta?). Delle due donne, sobrie e lavoratrici, mi colpisce il fatto che hanno la stessa età degli accompagnatori (wow!). Il quartetto parla purtroppo per tutto il pranzo di vacanze alle Seychelles, vacanze a Courmayeur, suv... guastando non poco il sapore del mio etereo coniglio con animelle, carciofi e zafferano. Un amico al quale racconto l’episodio risponde che in questi ristoranti (che peraltro lui non frequenta) si trova ormai solo questo tipo di clientela. Io non ci voglio credere.

mercoledì 16 febbraio 2011

Il polpo latitante

"I sensi sono gli organi per mezzo dei quali l'uomo si mette in rapporto con gli oggetti esterni." Brillat-Savarin 
- Roma - Sabato a pranzo in un locale in voga vicino a via del Corso. Ordino un piatto già provato e che mi è piaciuto: polpo con patate e aceto balsamico. Con la stessa eleganza con cui porgerebbe spaghetti sormontati da caviale e ostriche, il cameriere mi porta un piatto colmo di patate con non più di tre ventosate rondelle di polpo. Ci sarà carestia di polpi, penso, e non farei commenti se il cameriere, sempre lui, nel ritirare il piatto vuoto non mi chiedesse se ho gradito. Allora mi provochi, penso, ma rispondo di si, aggiungendo solo che il polpo era “latitante”. Con un sorriso un po’ ebete lui va a portare la lieta novella in cucina. Non essendo lontana sento la conversazione: il cameriere non ha capito la battuta e chiede lumi al cuoco, il quale, essendo illuminato, gli spiega che c’era poco polpo. Mi omaggiano di un dolce riparatore. Gesto gentile e, confesso, inaspettato.

domenica 13 febbraio 2011

Se non ora, quando?

"I predestinati del buongusto <donne> hanno i tratti più fini, l'aspetto più delicato e si distinguono per una mordacità tutta loro particolare." Brillat-Savarin 
- Italia -  Il sottotitolo di queste mie frivole memorie si ispira a un'opera di Simone De Beauvoir, intellettuale francese del XX secolo e sostenitrice dei diritti delle donne. Dedicato a tutti quei ristoratori italiani che accolgono con un sospiro le prenotazioni telefoniche "per una persona", pensando che gli si occupi un tavolo per piluccare un'insalata o al massimo un pesciolino al vapore. Salvo poi rimanerci secchi quando gli si ordinano antipasti, primo, secondo, dolce o formaggi, oltre a vino e grappa. Uomini italiani, è' tempo di cambiare mentalità. Se non ora, quando?

mercoledì 9 febbraio 2011

L'istinto delle bevande forti

"Una cosa degna d'attenzione è quella specie d'istinto, generale quanto impetuoso, che ci spinge alla ricerca delle bevande forti." Brillat-Savarin 
- San Remo, Liguria -  Un mattino d'inverno mi trovavo come un viaggiatore a San Remo dopo un servizio fotografico, con la prospettiva di una giornata vuota prima del treno serale. La noia è compagna ideale dell'aperitivo che a quanto pare a San Remo è "compagno" del Pravda, un locale aperto vicino alla Cattedrale da un appassionato delle sovietiche lande frequentate in gioventù. Dalla Russia con furore il cockatil (rigorosamente molto alcolico) Piazza rossa ha accorciato i minuti... ed è subito arrivata l'ora di pranzo. Consumato in un ristorante non turistico vicino al porto: gamberi di San Remo (4 adulti e 1 cucciolo euro 28), frittura di pesce comme il faut, crème caramel all'arancia e Vermentino ligure. Unica italiana fra avventori francesi. I connazionali erano  forse disseminati nei ristorantini a prezzo fisso e surgelato.

venerdì 4 febbraio 2011

Galateo giapponese

"L’appetito si annuncia con un po’ di languore nello stomaco e una leggera sensazione di stanchezza" Brillat-Savarin 
- Torino, Piemonte - Piccolo pranzo in piccolo ristorante giapponese in una delle strette vie del centro dove si alternano verdurai, antiquari, gastronomie, cartolerie. Sosta piacevole per l’accoglienza gentile e per l'atmosfera da manga giapponese con cuscini a forma di nigiri e pesci palla in peluche. Il single come i duetti sono lasciati liberi di scegliere in santa pace se arrampicarsi sugli sgabelli o accoccolarsi sul divanetto. Il cibo è nella media, apprezzo il non uso di tonno pinna blu (però i nigiri di tonno sono da migliorare) e la presenza di pink rolls (in carta di soia rosa) con percentuale devoluta a un ente di ricerca medica. Da ripensare il servizio del tè, offerto in un bicchierone di carta che, seppure coerente con la scelta di non usare stoviglie ma solo carta, impedisce di godersi il contenuto (bollente).
Quanto a me, avendo letto che il galateo giapponese prevede che nigiri, futomaki, uramaki, hosomaki ecc. si ingollino ciascuno in un solo boccone (per questo in tavola il cibo arriva già porzionato) e avendo su di me lo sguardo del cuoco nipponico, ci provo… ma non chiamandomi Mazinga e tanto meno Goldrake, rischio di strozzarmi. Per fortuna ho con me un quotidiano dietro il quale nascondermi dopo ogni mega boccone! Benedetta carta stampata…

giovedì 3 febbraio 2011

Se questo è un foie gras...

"Il buongusto comprende anche la ghiottoneria che è la preferenza applicata a cibi leggeri, delicati, di poco volume…" Brillat-Savarin 
- Monferrato astigiano, Piemonte -  L’esterno appariva color bronzo, con riflessi di un pallido verde. Nulla di strano per un flan di zucchine, una crema di piselli o una gelatina di kiwi. Ma per una scaloppa di fegato grasso erano sfumature quantomeno bizzarre.
Sperai si trattasse di un riflesso del giardino vicino al quale la tavola era apparecchiata e tagliai una fetta prudentemente sottile. L’interno non era migliore: nulla di roseo e languidamente arrendevole, ma una massa compatta e soda color ocra.
Il primo boccone, trangugiato sotto lo sguardo di due camerieri e un maitre fin troppo solleciti, rivelò subito il sapore del guasto. I due successivi, non migliori, rafforzarono la sensazione di essere al cospetto di un fegato né fresco, né di prima scelta né cucinato con grande perizia. La polpa poi era interamente percorsa da sottili venuzze violacee che formavano un poco invitante reticolo. Un particolare che aveva certo inciso sul prezzo, al ribasso, di acquisto, ma non su quello scritto sul menu: 24 euro (che restano le quasi cinquantamila delle vecchie lire). Sotto la scaloppa vegetava una triste piramide di cipolline lessate e tagliate a striscioline, sormontata da una catasta di triangolini di pan brioche abbrustoliti che l’umore delle verdure aveva reso mollicci.
Con la mente riandai alle decine di scaloppe mangiate negli anni. Paffute, morbide, rosee e beige, sferiche e lucide, arrendevoli, indecise fra dolce e salato. Tornai al presente e masticai amaro, ma per fortuna il mio, di fegato, non se la prese a male e non ebbi conseguenze. “La vita di un travelling food writer non è sempre un letto di morbido foie gras.” Tamasin Day-Lewis, Where shall we go for dinner?

mercoledì 2 febbraio 2011

Umorismo involontario

È stato divertente osservare gli annunci pubblicitari comparsi sul blog (prima che scegliessi di fare a meno della pubblicità) dopo la pubblicazione dei post:  Se questo è un foie gras - sul cibo guasto - ha fatto comparire una pubblicità sull'alitosi; Sette etti di gusto - sul Capodanno - ha fatto da esca fino a primavera per annunci su veglioni assortiti; le citazioni di Brillat-Savarin hanno attirato dei misteriosi "brillanti certificati"; il Galateo giapponese ha fatto materializzare un annuncio su un tè energetico (forse per diventare Goldrake); Un posto non vale l'altro - sui single - ha attirato presunte Filippine a caccia di uomini occidentali (selvaggina moderna); dopo il Nascondino con le linguine - sulla fatica di trovare un ristorante in macchina - è comparsa l'offerta di biciclette. Sono mancati solo gli alcolisti anonimi per L'istinto delle bevande forti